Era l’11 Luglio del 1982, Rossi, Tardelli e Altobelli con le loro reti avevano decretato la vittoria finale contro la Germania ai campionati mondiali di calcio in Spagna. Sandro Pertini dagli spalti del Stadio Santiago Bernabéu di Madrid, al terzo goal degli azzurri, con le mani al cielo esclamava: «Non ci prendono più», Nando Martellini nel suo commento finale concludeva: «è finito! Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo!», momenti di indimenticabili emozioni che avevano unito l’Italia in un’unica e inscindibile nazione. Gioie che avevano dato luogo a Eboli, come in tante città italiane, a grandi festeggiamenti e caroselli di auto. Nella cittadina ebolitana i festeggiamenti inscenati dal mitico Peppe Avallone divennero così emblematici che rimasero scolpiti nella memoria storica degli ebolitani come un ricordo rappresentativo della città, tale da essere pubblicati nei suoi album fotografici ufficiali. L’entusiasmo per la storica vittoria fece riemergere la passione per il Calcio in tante zone della città, in molti rioni nacquero gruppi calcistici più o meno conosciuti. Nel quartiere Ceffato un gruppo di ragazzi attraverso l’impegno e la passione di un coinvolgente Giovanni Vuocolo organizzò un sodalizio calcistico che consegnò a Eboli un nuovo Gruppo Sportivo: ragazzi di 15 e 16 anni attraverso la loro verve e fedele amicizia, all’interno la sede della Marmi Sud, stavano dando vita al “G.S.C. Evolese”. Eugenio e Mario Giraulo, Valerio Giraulo, Raffaele Palladino, Cosimo e Antonio Pesticcio, Peppe Sanfilippo, Pino Morcaldi, Luigi e Vincenzo Viscovo, Antonio Moccaldi e tanti altri giovani, fondarono una società che da lì a poco sarebbe stata il fiore all’occhiello dello sport ebolitano. Le basi erano quelle di una scuola calcio aperta a tutti; nata con il simbolo del gallo e con colori Banco-Verdi: “per organizzare i nostri progetti, ci radunavamo in una sede momentanea, ove non disdegnavamo momenti ricreativi – dice Cosimo Pesticcio che continua: eravamo un vero gruppo di amici, ci incontravamo per promuovere iniziative calcistiche e mondane. Il primo torneo di calcio «Peppe Viola», un Memorial promosso per onorare la scomparsa improvvisa del famoso giornalista Rai, fu un avvenimento degno di nota da essere citato nelle pagine della Gazzetta dello Sport. Le prime gare si svolsero presso il Campo Sportivo di Santa Maria La Nova, che da li a poco sarebbe divenuto, per un periodo, il nostro campo ufficiale – conclude Cosimo”. Non si trattava di un miracolo, ma la sana conduzione societaria, la lungimiranza, l’oculatezza, il senso della misura, l’amicizia, furono alla base di un successo che onorava l’intera comunità sportiva ebolitana, di cui tutti ne andarono fieri. Il progetto era di rafforzare i ranghi societari e dare alla squadra elementi di esperienza tale da raggiungere gli obbiettivi prefissati. La concessione dell’utilizzo del rettangolo di gioco del Massayoli lanciò il gruppo sportivo in un appassionato coinvolgimento del pubblico nostrano alle sorti della società, divenendo al pari della l’Ebolitana 1925 una realtà da sostenere. “Un sodalizio sportivo nato sull’onda del successo della nazionale azzurra è oggi una tangibile verità; orgoglio e vanto dei tifosi ebolitani e della intera città. Un gruppo giovane, capace di non esaltarsi e di restare sempre uniti e umili, questo è il mix che permette ai galletti di farsi apprezzare per sportività e competenza – annunciavano alcuni titoli di giornali dell’epoca dopo i primi importanti successi ottenuti dalla squadra, che la consegnarono nel limbo delle categorie importanti”. Le porte della società erano aperte a tutti! Il più importante dei ruoli dirigenziali era coperto da Alfonso Giusti apprezzato maestro orologiaio della città ebolitana, purtroppo improvvisamente scomparso qualche anno fa, nel gruppo iniziale facevano parte inoltre Angelo Senatore che copriva il ruolo tecnico e Giovanni Vuocolo quale Vice Presidente, in seguito altri ruoli furono ricoperti da personaggi che già avevano una formazione sportiva precedente, come Pasquale Fulgione noto per i gloriosi trascorsi tra le fila della Fiorentina e Campobasso che ricoprì il ruolo di allenatore, o di Carmine Navarra e Cosimo Riviello anche loro con precedenti negli ambienti calcistici provinciali, tanti altri contribuirono e molti economicamente, alle sorti del club. ”Dobbiamo andare fieri di questa nuova realtà, che occorrerà difendere e portare avanti tutti insieme collaborando con questi magnifici ragazzi – diceva il compianto Alfonso Giusti”, che però non disdegnava di inserire nelle sue dichiarazioni, alcune pungenti frasi agli amministratori locali del tempo, che a suo dire trascuravano un patrimonio etico e sociale delle società sportive presenti sul territorio. Nei campionati dilettantistici la squadra iniziò il suo lungo percorso che attraverso fusioni con altri gruppi sportivi locali, conquistarono posizioni importanti del panorama dilettantistico regionale. “Il mondo del calcio mi ha sempre affascinato tanto da decidere di dedicare a tale settore parte del mio tempo – diceva in quei tempi il compianto prof. Pasquale Fulgione, ricordato sempre con affetto dal popolo ebolitano, una persona di apprezzate doti umane”. All’interno del gruppo la squadra sfornò piccoli campioncini che intrapresero in seguito carriere professionistiche in società di importanza nazionale. La società, con una nuova denominazione, dopo circa 30 anni concluse il suo lungo viaggio che nel lontano 1982 l’aveva portata ad essere un emblema di abnegazione sportiva, condividendo con l’Ebolitana calcio 1925 le sorti calcistiche di Eboli, con la quale, nei sui diversi derby, aveva rispolverato il vero valore sportivo delle competizioni.
Giuseppe Sanfilippo