Era il terrore dei portieri e degli arbitri. Era il re del gol negli innumerevoli tornei dei bar ed estivi che si svolgevano a Salerno. E’ morto Antonio Romano, da tutti conosciuto come “Stacchin”, i cui funerali si svolgeranno questa mattina alle 9.30 alla chiesa di via Madonna di Fatima. Cannoniere vecchio stampo, gomiti alti, protezione della palla -un’impresa toglierli il pallone, fiuto del gol e stangata alla Margiotta. Stacchin era tutto questo, figlio di una generazione di calciatori salernitani forse nata in un’epoca sbagliata. Oggi come oggi giocherebbe tranquillamente almeno in serie B. Era la Salerno del calcio, in estate era tutto un fiorire di calcio e di grande qualità. La squadra del Bar Marino (a Pastena prima era all’angolo dove oggi c’è la gioielleria Margherita e poi spostatosi praticamente difronte) era quella da battere. Si giocava alla Ciampa di cavallo, dove il campetto di calcio fu praticamente tolto di mezzo per far spazio ai container per il dopo terremoto, il torneo dei Bar organizzato a Santa Margherita, nel campetto limi trofo all’attuale bocciodromo, e organizzarto dal bar London, che faveca angolo dove oggi attualmente c’è un fruttivendolo. E come non citare il torneo a Mariconda e naturalmente quello di Santa Teresa sulla spiaggia. Erano tornei importanti, con giocatori di qualità, partite tiratissime dove nessuno tirava la gamba indietro. A Santa Margherita, ad esempio, mosse i primi passi con la parrucchieria Pasquale, Pasquale Viscido. Ma la squadra di Stacchin era il bar Marino, poi la squadra si chiamò Tram pub. Stacchin ha giocato anche con il bar Pacifico, con il ristorante Salvatore ‘a mare, all’epoca sul lungomare Colombo. Insomma calcio a volontà, senza risparmiarsi colpi più o meno leciti ma semprecon la maglietta sudata. Faceva coppia con Romano un piccoletto che amava soprattutto il tuffo in area e dove spesso e volentieri gli arbitri abboccavano. E’ Carmine Pezzano, esterno d’attacco tutto pepe, bravissimo a sfruttare il gran lavoro di Stacchin. Ne potrei citare tanti di quella squadra, come non ricordare la forza di Ventre in difesa. Corro il rischio di dimenticarne troppi. Del resto la famiglia Romano è stata una famiglia di ottimi calciatori, il fratello Aniello “a patana” era un centrocampista di qualità.
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