di Erika Noschese
Al momento, è impossibile stabilire un nesso causale tra le fonderie Pisano e i tumori. È quanto emerso dal tavolo tecnico riunitosi ieri mattina, convocato su sollecitazione del presidente della commissione Ambiente Arturo Iannelli, presso la sala giunta di Palazzo di Città in presenza dell’ufficio ambiente della Regione Campania, il presidente della commissione Trasparenza Antonio Cammarota, il consigliere d’opposizione Catello Lambiase, il sindaco Napoli, l’assessore alle Politiche Ambientali Massimiliano Natella, il dirigente dell’ufficio urbanistico Davide Pelosio, l’ingegnere Massimo Natale per l’ufficio Ambiente, il dirigente dell’Avvocatura. Ad aprire il tavolo Antonio Pizzolante, dirigente dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno nonché ingegnere ambientale, responsabile nell’ambito del progetto QR Code Campania e del Piano di Monitoraggio integrato Campania Trasparente che ha illustrato la relazione, spiegando lo studio Spes e le sue procedure. Lo studio è ancora in fase di esecuzione ma dai suoi dati non si può avere certezza circa il nesso causale, come confermato poi anche dal dirigente dell’Asl, il dottor Arcangelo Saggese Tozzi. “E’ importante fare un’indagine approfondita dell’inquinamento di un’area, sta per essere attivato un provvedimento che attiva ed istituzionalizza la valutazione di impatto sanitario di un’area, questo significa che quando dobbiamo valutare le ricadute, conseguenti all’azione dell’uomo o un contesto territoriale di quel territorio dobbiamo mettere insieme tutto, sia le attività produttive sia l’attività commerciali o di spostamento dell’uomo stesso e la valutazione non può che essere integrata e attualmente una valutazione di questo genere non esiste – ha dichiarato il dottor Tozzi – La valutazione di impatto della salute, strumento minimale rispetto alla valutazione di impatto di area esiste solo per i grandi agglomerati industriali, messa in piedi, ad esempio, per le fonderie di Taranto per legge”. Il responsabile dell’azienda sanitaria locale ha infatti chiarito che “non esiste una fonte di inquinamento puntuale di inquinamento unica in un determinato contesto, è l’insieme dei punti di somministrazione delle sostanze che crea l’inquinamento perché non può esserci un inquinamento puntuale e unico ed è difficile dimostrare un’eventuale ricaduta diretta di un unico inquinamento puntuale”. Ad oggi, infatti, l’unico nesso causale certo in cui la connessione diretta tra l’esposizione alle sostanze e neoplasie è stata dimostrata ed è il caso dell’amianto. “Ne abbiamo altri due che sono emblematiche di quanto è complesso il sistema: il fumo di sigaretta è sicuramente la principale causa di tumore al polmone o un gas natura, seconda causa di tumore al polmone. Questo per dire quanto è complesso intrecciare direttamente malattie e cause scatenanti, va fatto uno studio articolato capace di accogliere diverse informazioni”, ha aggiunto Tozzi, ribadendo la necessità di indagare, eventualmente, più ad ampio giro. Il sindaco Napoli, dal canto suo, si è detto pronto a chiudere lo stabilimento di via Dei Greci, “qualora ci fossero degli atti documentari specifici e certificati. Noi possiamo lavorare, lo stiamo facendo e abbiamo lavorato per la delocalizzazione delle Pisano”. Il primo cittadino ha annunciato che già la prossima settimana incontrerà il sindaco di Buccino Nicola Parisi, per discutere del processo di delocalizzazione. La comunità guidata da Parisi, in questi mesi, non si è sottratta alle proteste per evitare il trasferimento dell’opificio ma Napoli si è detto pronto a sostenere il comune di Buccino attraverso una premialità che consentirebbe di acquistare le tecnologie più avanzate che garantiscano l’assoluta tenuta ecologica. “È sotto gli occhi di tutti che le fonderie non possono permanere e a tale proposito abbiamo fatto in modo che anche nel Puc ci fossero agevolazioni per la delocalizzazione; credo che noi abbiamo posto le cose in modo tale da dare la premialità se dovessero andare via – ha detto ancora il sindaco di Salerno – . A noi sta a cuore la salute dei cittadini, la nostra stella polare ma nel contempo dobbiamo preoccuparmi della questione occupazionale, non bisogna mettere a confronto salute e lavoro ma dobbiamo fare in modo che le due cosa possano andare di pari passo”. Quello di ieri è stato il primo di una serie di tavoli che saranno convocati per far luce sulle Pisano. A chiedere chiarezza, proprio attraverso questi incontri istituzionali, il presidente della commissione Ambiente, Arturo Iannelli, annunciando che il prossimo passo sarà l’incontro con l’Asi per capire a che punto è il percorso di delocalizzazione. “Esiste o no il nesso di causa tra le fonderie Pisano e le malattie oncologiche? Esiste un cluster importante di malattie oncologiche dovute all’inquinamento? Dipende dalle Pisano? Noi proviamo a dare una risposta a queste domande. In questi giorni molti mi hanno chiesto se le fonderie devono andare via, secondo me si perché sono urbanisticamente obsolete e non possono restare lì perché i cittadini non devono respirare anche solo la puzza, anche se non facessero male – ha detto Iannelli – Se dovessero emergere dati importanti che ci consentono di applicare l’articolo 50 e 54 del Tuel il sindaco non ha alcun problema ad emettere un atto di chiusura delle fonderie. Nel frattempo, cerchiamo di lavorare per completare il percorso della delocalizzazione, salvaguardando il lavoro, attivando i possibili ammortizzatori sociali per fare in modo che se le fonderie chiudono, o per inquinamento o per delocalizzazione, dobbiamo salvaguardare il salario delle famiglie”. Ai prossimi tavoli saranno invitati anche i responsabili del registro tumori per capire quali e quante sono le patologie e se esiste un cluster importante nella zona di Fratte, nei pressi delle fonderie. “Sono dell’avviso che bisogna valutare anche altre fonti di inquinamento, le fonderie sicuramente contribuiscono in quella zona perché è vero che emettono nel rispetto della legge è altrettanto vero che si tratta di sostanze tossiche ma se a questo aggiungiamo il flusso del traffico, camini urbani e se andiamo a fare la somma dell’inquinamento ci sarebbe una situazione di carattere ambientale importante è agire di conseguenza”, ha poi aggiunto il consigliere di maggioranza. “L’amministrazione comunale non ha una responsabilità piena in questa vicenda, ci sono aspetti autorizzativi ma ci sono aspetti legati alla salute di cui non si può non tener conto. Il nostro obiettivo è far luce su questa vicenda con un tavolo tecnico per affrontare le questioni correlate, tenendo ben presente che Il Comune di Salerno l’indirizzo su questa vicenda l’ha dato alcuni anni fa quando con il piano urbanistico si è data una destinazione diversa a quell’area – ha ricordato l’assessore alle Politiche Ambientali, Massimiliano Natella – Lavorando su questi aspetti, cercando di garantire la sicurezza dei cittadini e facendo in modo che le azioni di monitoraggio siano continue e con un tavolo tecnico permanente si può immaginare di fare in modo che questo periodo verso la delocalizzazione, che è nelle corde delle fonderie, possa materializzarsi il prima possibile”. A ribadire invece la necessità di procedere con la chiusura delle fonderie è il consigliere di opposizione, capogruppo del Movimento 5 Stelle, Catello Lambiase: “Per noi la chiusura è propedeutica a tutta, la delocalizzazione può essere un’arma di distrazione e sono convinto che la chiusura accelererebbe la delocalizzazione. A noi interessano due cose: che l’aria di quella zona sia respirabile e tutelare i lavoratori”.