Dopo di me il diluvio - Le Cronache Attualità
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Dopo di me il diluvio

Dopo di me il diluvio

Alberto Cuomo

 

Dopo la sentenza della corte suprema, Vincenzo De Luca, come se niente sia accaduto, tende a mostrare ancora i muscoli e a millantare nuovi progetti politici e amministrativi. E però le sue vanterie attuali futuribili e irragionevoli, secondo il suo stile, non sembra abbiano presa sui cittadini come un tempo. Forse chi è legato al governatore dovrebbe stargli vicino, ad evitare che possa scivolare, senza volerlo, in discorsi privi di senso. Certo, quando sta per cadere “nella polvere”, o “nelle stalle”, chi proviene dalle stelle, può divenire confuso. Ma ritenere di avere tanto tempo davanti, nel ruolo di presidente regionale, da avviare e portare a termine, come continua a dire, nuovi e vecchi progetti esaltati a gran voce, sovente anche assurdi. è del tutto inverosimile per uno che è politicamente alla frutta. Ad esempio, guardando alla sola Salerno: come farà a vedere da governatore il nuovo palazzetto dello sport, di cui non è stata messa neppure la prima pietra? E il nuovo inutile ospedale? Dopo aver messo 40 anni a distruggere il nostro bel lungomare è pensabile rimetterlo in sesto in poco tempo? E poi, quale riqualificazione è quella che ne perde completamente l’immagine? Il lungomare nasce come passeggiata rivolta a riflettersi nel mare: cosa può sapere il murese Vincenzo, che forse neppure sa nuotare, del passeggio sotto i lampioni a tre bracci posti sopra i rialzi dei gradoni in piperno, con la luce riflessa nell’acqua mentre si guardava la luna e le lampare in fila all’orizzonte. E invece ecco il suo nuovo progetto che forse neppure vedrà nascere (speriamo), ovvero l’interramento, mediante detriti di roccia per una improbabile spiaggia, dello specchio d’acqua del lungomare, dove ancora si allenano i canottieri che tante medaglie mondiali hanno dato a Salerno. In più, quale gioiello falso incastonato al centro, all’altezza della Camera di Commercio, un nuovo molo con un edificio ricoperto da vele colorate, non si sa bene per quale funzione, a completare la dissoluzione della nostra passeggiata a mare nota e apprezzata in tutto il mondo. E che dire del fantomatico nuovo campo di calcio, nel progetto di solo leccature esteriori all’Arechi che non ne migliorano la funzionalità, e che ormai, alla Salernitana, con un piede nella C, non serve più. Per non dire del lancio in pompa magna di nuovi concorsi di idee per progetti che finirebbero di distruggere la città. Tra questi il concorso per la riqualificazione dell’area di interazione tra porto e città che segue il piano del porto allestito dall’autorità portuale presieduta dall’avvocato Andrea Annunziata. Il Piano, già allucinante di suo, prevede il prolungamento di via Porto sino al crescent, con l’abbattimento dei volumi interposti, non solo quelli dei vecchi cantieri, quanto probabilmente del Ristorante del Golfo, della fabbrica del ghiaccio e del Circolo Canottieri, al fine di costruire altre volumetrie per i diversi operatori del porto, militari e civili, e per gli uffici della stessa autorità portuale. Non contento, grazie a De Luca che ne accoglie i progetti, di offrire a Salerno un mare di cemento, Annunziata intende cementificare proprio il mare, sia interrando le darsene del Canottieri e dei pontili laterali, sia allargando sino a 50 metri il molo di sottoflutto, occupando quindi, per fare spazio ai containers, tutta la spiaggia sotto l’Hotel Baia dando un colpo mortale al turismo e ai salernitani adusi a fare i bagni nella la parte libera dell’arenile. Oltre tali perversi progetti, che si spera non avranno esito, De Luca si lancia anche nella politica a venire, per difendere il grande lavoro fatto in Regione, ovvero la disastrosa conduzione dei rifiuti, come è per le ecoballe e per quelle salernitane inviate in Tunisia, o la devastante gestione della sanità che ha condotto la Campania agli ultimi posti in Italia in campo sanitario. Pertanto, volendo continuare ad operare in tali modi a suo dire virtuosi, pretende di avere l’ultima parola sul suo successore. Dopo aver tentato di aggirare la Schlein e il suo partito con una candidatura che attirasse il partito renziano ed alcune aree moderate, abbandonato da Renzi e dai presunti moderati, ha iniziato a blaterare contro l’ipotesi di Fico quale candidato dell’area larga di sinistra, proponendo il pentastellato Costa, senza che questi lo volesse. La noncuranza del suo partito, di Conte e degli altri alleati verso le sue proposte lo hanno quindi indotto a battere più rumorosamente i piedi sino a far affermare al figlio Piero, che mantiene il legame con la segretaria, la candidatura di Fulvio Bonavitacola alla presidenza della Campania. Al grido “la Campania non è in vendita” De Luca quindi ha aperto di fatto il mercato delle contrattazioni tentando di far valere il suo 21% di consensi sul piatto della bilancia degli alleati. Ma il murese, sebbene abbia vissuto per tanto tempo a Salerno, non conosce il mare, e non sa che “il polipo si cucina nell’acqua propria”. Basterà pertanto attendere sino all’estate per vedere De Luca decotto, senza candidati dichiaratamente suoi in una lista di sinistra alle elezioni regionali, di settembre o di primavera 2026 poco importa, aliena ai suoi ricatti.