di Andrea Pellegrino
Donne candidate imposte per legge. Le quote rosa questa volta hanno messo in crisi anche le formazioni politiche più attrezzate. L’obbligatorietà della quota rosa, infatti, ha spiazzato anche le collaudate civiche deluchiane alle prese ancora con qualche casella da riempure. Ogni lista, infatti, sia essa civica che di partito, mantiene ancora posizioni libere in attesa della presentazione ufficiale che avverrà entro le ore 12 di sabato. Non ci saranno donne candidate sindaco, rispetto alla precedente competizione che vedevano in campo Anna Ferrazzano (candidata sindaco di quel che fu il Pdl ed ora passata tra le fila dei deluchiani) e Rosa Egidio Masullo. Dal Consiglio comunale uscente, invece, tre le donne presenti: Anna Ferrazzano, Paky Memoli e Rosa Scannapieco. Una sola della maggioranza. In giunta, invece, è rimasta la unica presenza di Eva Avossa, che si ricandiderà nella lista dei “Progressisti per Salerno”. Ma questa volta non andrà così. Il Consiglio comunale dovrebbe essere molto più rosa. Così come la giunta che per legge dovrà rispettare l’obbligo di legge. «Una norma necessaria» – dice Maria Rosaria Carfagna, da anni impegnata in politica. Un passato nel centrodestra con posizioni non sempre vicine, però, alla cugina ex ministro Mara ed un presente in “Campania Libera” a sostegno di Enzo Napoli. «In altri Paesi – dice – a prescindere si vota la persona, senza badare al sesso. Qui, invece, culturalmente c’è ancora la mentalità che la politica sia roba da uomini. Invece tutti hanno il dovere di partecipare alla vita politica e dare un contributo alla comunità. Per me – prosegue – la politica è questo. Nella vita sono insegnante e metto a disposizione la mia esperienza, poi sarà il cittadino a decidere». «A favore delle quote azzurre, non rosa» – dice scherzando Luciana Ranieri, candidata con “Salerno per i giovani”. «Essere donna – dice – non è un valore in sé. Ogni giorno dobbiamo dimostrare di meritare il nostro ruolo sociale, ed è per questo che ho deciso di candidarmi». «Quote rosa sbagliate» per Marta Benesova, candidata al Consiglio comunale con la lista “Attiva Salerno” che sostiene la candidatura a sindaco di Roberto Celano. Favorevole, invece, Valentina De Santis, candidata nella civica “Celano sindaco”. Stesso pensiero per Cindy Radetich, in campo con “Cassandra sindaco per Salerno”. «Non sono una ferma sostenitrice di questa norma», dice, invece, Pia Napoli, candidata al consiglio comunale con i “Progressisti per Salerno”. «Seppur il nostro Paese non sia mai stato leader nella rappresentanza di genere, e questo a livello centrale come locale, e anche se fortemente convinta della necessità di rappresentare nei luoghi di governo, come in quelli deputati a legiferare, accanto a quella degli uomini anche la sensibilità delle donne, non sono una ferma sostenitrice delle “quote rosa” – dice Pia Napoli – È assolutamente necessario che la donna prenda parte sempre più alla vita politica, del resto la sua presenza all’interno delle istituzioni consentirebbe di aggiungere un’ulteriore prospettiva rendendo le stesse “specchio” delle società chiamate ad amministrare. Ciò detto, però, la “parità” cui auspico non è quella che “riserva” dei posti all’interno di una lista, bensì una parità di punti di partenza, di condizioni, di opportunità. Oggi la donna è mamma, è lavoratrice e, alle volte anche militante politico. Perché possa adempiere ai suoi doveri, e nel contempo contribuire alla crescita della propria terra, deve esser posta nelle condizioni di poterlo fare. Bisogna, a mio parere – prosegue la candidata – favorire l’impegno delle donne, ma anche il loro sviluppo professionale, investendo sulla realizzazione di strutture e di servizi atti a sopperire ai molteplici impegni dell’universo donna. Questa la parità che auspico, nessuna riserva ma solo la possibilità di esprimere il proprio valore e apportare il proprio contributo parimenti a quanto fanno gli uomini».