“Dio: una rivoluzione giornaliera”. Questo il titolo del secondo e nuovo libro di don Antonio Quaranta (foto in alto), sacerdote alla guida della chiesa di San Vincenzo de Paoli di Salerno, pubblicato da Edizioni Cantagalli. «Durante la pandemia è emersa la punta di un iceberg che da anni è oggetto di riflessioni con tentativi di rabberciare soluzioni che, al momento, non hanno dato grandi risultati. Mi riferisco alla crisi della fede» sottolinea l’autore. «Capire cos’è la fede, perché e come nasce, come la si trasfonde, quale intimo legame ha con la realtà familiare, significa avere la chiave di lettura delle crisi adolescenziali e giovanili e come prevenirle, significa capire la spiritualità familiare, significa riconciliare chiesa e famiglia. Nel libro condivido l’esperienza pastorale scaturita e realizzata con i miei catechisti».
Padre Antonio Quaranta, a chi desidera “parlare” con questo libro?
«A tutti. Ai genitori perché sperimentino la grandiosità dell’esperienza formativa di una coscienza. Ai catechisti come una opportunità formativa. Ai confratelli come condivisione concreta di un’alternativa al “si è fatto sempre così”. Sono chiaramente aperto ai miglioramenti possibili grazie alla creatività dei parroci e dei catechisti, così come sono naturalmente disponibile ad ogni approfondimento o chiarimento necessario».
Dio una rivoluzione giornaliera. Come si traduce questa affermazione nella pratica quotidiana dell’esistenza?
«In una ricapitolazione di tutto se stesso in Cristo. Non è difficile da capire: quando amiamo qualcuno tutto è orientato dalla presenza dell’amato, basta pensare a cosa accade con il matrimonio, o la nascita di un figlio. Cambia tutto, ci priviamo di abitudini a noi care e ne acquisiamo di nuove, tutto per chi si ama. Chi vuole accedere ad un’intimità con Dio deve rivoluzionare la propria vita per Lui e Dio non lo deluderà. Così hanno iniziato le prime comunità, così dobbiamo riprendere anche noi».
“Una giornata lunga una vita” è il titolo del suo primo libro. Per il secondo ha scelto di porre l’accento sulla “rivoluzione giornaliera”. Il tempo è un fattore determinante nel rapporto con Dio?
«Se siamo sicuri di essere stati donati da Dio all’esistenza, chi di noi può sorvolare sulla leggerezza del tempo passato o sull’importanza del tempo che resta? Senza Dio il tempo, anche se gravido di opportunità, diventa prigione, seppure dorata, dove l’esistenza finisce il suo esserci e ci si dissolve. Con Dio, il tempo non può trattenerci, anzi ci libera, perché si distende oltre la morte… purché sia speso per Lui. Il tempo per noi cristiani è “il nostro tempo”, mio e di Dio, il mio tempo con Lui, che iniziato non termina più».
‘Non c’è due senza tre’, recita un antico e sapiente adagio. Dobbiamo aspettarci un suo nuovo libro?
«Sì, ho diverse cose nel cuore che vorrei condividere cercando di arrivare al cuore di tutti. Tra queste, con l’aiuto di Dio, vorrei riuscire ad “afferrare” l’Intelligenza Artificiale. Sulla Sua parola getterò ancora le mie reti…». (m.g.)