di Andrea Pellegrino
Sono 21 gli indagati nell’inchiesta su «Ecoambiente», la società provinciale finita sotto la lente d’ingrandimento della Procura della Repubblica di Salerno dopo le denunce presentate da Giuseppe Canfora nel 2015 e da Mimmo Volpe l’anno successivo, con tanto di relazione approvata dal Consiglio provinciale di Salerno. Debiti per oltre 2,5 milioni di euro non saldati nei confronti di una società partecipata della provincia di Avellino; acquisizione di certificati di investimento ed appalti, i tre punti cardine della relazione di Mimmo Volpe, attuale sindaco di Bellizzi, all’epoca consigliere provinciale con delega all’ambiente. Nel 2015 fu lo stesso Tribunale di Salerno a trasmettere i primi atti all’attenzione della Procura della Repubblica. Questo dopo il decreto ingiuntivo promosso dalla Provincia nei confronti della società per il debito di 2,5 milioni di euro. Si tratta di una somma che Ecoambiente avrebbe dovuto restituire ad una società partecipata delle provincia di Avellino. «La società – si legge nella relazione firmata da Volpe – ha totalmente inadempiuto la propria obbligazione di pagamento e disatteso anche il piano di pagamento rateale che era stato definito in transazione». Da qui la successiva delibera provinciale che ricostruisce l’intera vicenda e propedeutica anche al cambio del management della società a totale capitale pubblico. «La gravità della situazione – si legge in delibera – impone al socio unico Provincia di Salerno di attivare ogni azione consona a ristabilire un corretto equilibrio tra la proprietaria e la partecipata. Allo stato la società è totalmente fuori controllo, con prevedibili ricadute economiche e finanziarie sulla Provincia e sul suo bilancio». Ed ancora sui lavoratori, si legge: «La governance ha utilizzato un assoluto arbitrio in merito al reperimento delle risorse umane per i servizi di propria competenza, ricorrendo, spesso in spregio alla legge, a nomine fiduciarie in violazione ai diritti riconosciuti agli e sodati dei cessati enti del ciclo dei rifiuti». Ora, a quanto pare, in ventuno sarebbero finiti sul registro degli indagati dal pubblico ministero Silvio Marco Guarriello. Tra questi l’allora presidente del consiglio d’amministrazione Mario Capo, i componenti del Cda, consulenti e funzionari e dipendenti della società provinciale. Attualmente alla guida di Ecoambiente c’è Marilena Russo, ex magistrato, subentrata alla guida della società dopo la rinuncia di un altro ex magistrato Alfredo Greco, che non preferì assumere l’incarico per le precedenti indagini da lui compiute. Russo, affiancata dal commercialista Giovanni D’Antonio, ha avuto il compito di far chiarezza su conti ed atti della società, informando naturalmente la Procura della Repubblica. Ma ora attendono chiarimenti i lavoratori, ed in particolare la Cgil che attraverso il segretario provinciale della funzione pubblica Angelo De Angelis ha chiesto un incontro con il presidente. «Vogliamo capire cosa sta accadendo – spiega De Angelis – quando c’è una inchiesta è giusto informare, per trasparenza, i soggetti interessati. Non fosse altro che i lavoratori sono estremamente preoccupati per il loro futuro occupazionale. Sollecitiamo nuovamente la dottoressa Russo per un incontro con le parti sindacali». Intanto sotto il profilo delle indagini non si escludono sviluppi a giorni.