di Andrea Pellegrino
L’ingerenza del sindaco nella scelta di alcuni materiali utilizzati per la costruzione di Piazza della Libertà emerge anche nelle conversazioni tra Sergio Delle Femine e Michele Brigante, nominato all’epoca consulente per il Comune di Salerno per il dissesto verificatosi al settore 2 di piazza della Libertà e oggi presidente dell’Ordine degli ingegneri di Salerno. I due parlano di un interrogatorio reso da Marta Santoro (direttore dell’esecuzione dei lavori per conto di Lotti Associati). Delle Femine asserisce che l’architetto sarebbe stato indotto dai vertici della Lotti a scaricare sui tecnici salernitani la responsabilità di eventuali violazioni legate al cedimento del solaio. Ma è il costante intervento di Vincenzo De Luca nella scelta dei materiali da usare a mandare su tutte le furie l’ingegner Brigante, che dice: «Ma secondo te, posso sentirmi dire questa cosa senza incazzarmi?». Il riferimento è all’utilizzo del sistema Dry-tech, a quanto pare suggerito proprio dal primo cittadino. Tant’è che Brigante dice: «Ma vuoi vedere che al sindaco gliel’ha detto Mario Del Mese?». Lo stesso Brigante, nel corso della telefonata, ipotizza che la Esa si sarebbe rivolta ad un sottosegretario di Stato «premere a Salerno».
Da questa conversazione – stando alla tesi della Procura – “appare chiara la contrapposizione del Delle Femine alla Lotti – di cui formalmente fa parte – a dimostrazione della sua qualità di uomo di fiducia del Comune di Salerno. Peraltro, è proprio il Delle Femine ad aver preparato la relazione della variante”. Tant’è che in un colloquio dice testualmente: «A me quello che interessa è arrivare a dimostrare che la variante era necessaria perché io non potevo realizzare quell’opera in presenza di quella situazione, poi è costato quel che è costato, l’ho fatto ottemperando alla norma? Ho risolto un problema? La colpa è del progettista? Prendetevela con il progettista, visto che questi stanno rompendo le scatole sulla variante. C’è bisogno di qualcuno che dica che la variante era necessaria, in quanto doveva risolvere problematiche emerse nel corso dei lavori. Il problema non era geologico. E’ progettuale. Controllassero i lavori. Quelli di variante sono stati tutti eseguiti. La variante non è finta e non è servita a far transitare flussi di denaro».
La figura di Delle Femine come punto di riferimento del Comune di Salerno compare anche nell’ambito del crac Amato. Il 26 settembre 2012, Giuseppe Amato jr ai pm diceva: «Ricordo che noi cercavamo un ingegnere a cui affidare la direzione dei lavori per il complesso immobiliare dell’Amato Re e alla fine la scelta è caduta sull’ingegner Delle Femine, figura consigliata dal sindaco di Salerno Vincenzo De Luca».