di Andrea Pellegrino
Finisce sempre così. In confusione tra carte e scartoffie e pronunce l’una diversa dall’altra. Ed il Crescent ne è il monumento per eccellenza. Il Tar ha stabilito che i permessi – quelli rilasciati dal Comune dopo una pronuncia del Tribunale del Riesame – aggravati dagli oneri di urbanizzazione (ben 6 milioni di euro) devono essere annullati. Così come tutti gli atti impugnati nel ricorso di Rainone. Si torna insomma al punto di partenza, ai permessi finiti sotto la lente d’ingrandimento della Procura della Repubblica, al centro del processo in corso e del sequestro che portò i sigilli all’opera. Naturalmente il Comune potrà rivolgersi al Consiglio di Stato ma intanto dovrà ottemperare a quanto stabilito dalla giustizia amministrativa in primo grado. Tutto mentre il Tribunale di Salerno dovrà ripronunciarsi dopo la decisione della Cassazione che si è espressa sempre su un ricorso presentato dalla Crescent srl sugli oneri di urbanizzazione. Così il Comune è tra l’incudine (della giustizia amministrativa) ed il martello (di quella penale) e deve fare i conti con 6 milioni di euro in meno nelle casse comunali e con 2mila euro e più da cacciare a favore dei Rainone per il pagamento delle spese legali. Senza considerare l’incertezza amministrativa sui permessi da rilasciare da qui a poco. Dal Crescent alle Fonderie Pisano la distanza è breve. Anche in questo caso l’aspetto amministrativo e quello penale camminano su due rette parallele. Ora lo stabilimento dovrà riaprire i battenti per consentire – come da disposizione regionale – i controlli da parte dell’Arpac per verificare le prescrizioni imposte al rilascio dell’Aia. Autorizzazione integrata ambientale che è stata ritenuta illegittima da parte della Procura della Repubblica, al punto di essere causa del sequestro d’urgenza notificato il 24 giugno e convalidato successivamente dal Gip. Aia, ancora, che è sottoposta a riesame da parte della Regione Campania che ne ha chiesto la Via, per poi archiviarla sulla base di carenza documentale. Dunque, anche in questo caso il caos, con un elemento in più: se i controlli dovessero dar ragione ai Pisano, che si fa, in considerazione che il tutto poggia su un’Aia al centro di una indagine penale? Per non parlare dell’aspetto urbanistico che è in capo al Comune di Salerno che dovrà essere nuovamente chiamato in causa da qui a breve.