di Erika Noschese
Una ventata di novità investe il rapporto tra il Comune di Salerno e i suoi cittadini. Ieri mattina, nella Sala Giunta di Palazzo di Città, è stato presentato il nuovo regolamento per la gestione condivisa dei beni comuni, un provvedimento che mira a incentivare la cittadinanza attiva e a formalizzare la collaborazione tra la comunità e l’amministrazione per la cura e la valorizzazione degli spazi urbani. L’assessore comunale alla sicurezza, trasparenza, polizia locale e protezione civile, Claudio Tringali, ha espresso con chiarezza la portata innovativa del regolamento: “Presentiamo un regolamento che è qualcosa di totalmente innovativo rispetto al passato. Si tratta della proposta, che fa il Comune e che ha approvato il consiglio comunale, ai cittadini di rendersi cittadini attivi, attraverso i patti di collaborazione, sui beni comuni”. Tradotto in soldoni: mettersi gratuitamente a disposizione del Comune per la gestione dei beni comuni che il Comune stesso ammette di non sapere e di non poter gestire, pur non affidandoli ad alcuna associazione senza sede, per dirne una. L’assessore ha poi fornito esempi concreti per rendere tangibile il concetto di “beni comuni”: “I beni comuni sono un po’ dappertutto, insomma: dalle piazze ai muri, agli edifici, alle strade, eccetera. Ora, chi ama la città, chi la vuole vedere pulita, decorosa, bella e magari capisce che deve dare un contributo, a parte le tasse che paghiamo tutti, può in questo modo siglare un patto di collaborazione col Comune, che gli dà la possibilità anche o soprattutto giuridica, di gestire, curare oppure rivitalizzare un bene comune”. Dal sostituto di Salerno Pulita al manutentore di aree verdi, fino alla gestione di spazi pubblici che quasi viene sottaciuta: questi gli obiettivi del regolamento presentato ieri dall’assessore alla trasparenza, dimenticando che gli spazi pubblici a disposizione sono “pochi” e che le associazioni richiedenti, quelle che non rientrano nel cerchio magico, sono tante. Che tipo di possibilità giuridiche sono previste per chi rivalorizza un bene? Il bene sarà affidato? Dato in gestione? Dato in comodato d’uso dopo un periodo di gestione gratuita? Con un bando? Con un affidamento diretto? Solo alcune domande, a proposito di trasparenza. Tringali ha anche menzionato esempi virtuosi già attuati in altre realtà: “Ci sono stati dei Comuni che hanno previsto addirittura la collocazione di telecamere, da parte dei privati, che poi sono state gestite secondo le leggi sulla privacy, naturalmente”. Telecamere per la gestione del decoro urbano sui muri? Improbabile, considerando che l’assessore non è riuscito a montarle nemmeno sul Lungomare, dove ancora si contano morti e feriti con una certa regolarità. Probabilmente si riferisce a spazi chiusi, che potrebbero essere dati in gestione temporanea a gruppi già consolidati, facendo in qualche modo venir meno il presupposto di cittadinanza attiva che potrebbe, in questo caso, travestirsi da “pre-tesseramento” per un’associazione che si potrà aggiudicare la gestione di quel bene. Con buona pace di chi “ha perso”. L’importanza di questo cambiamento culturale è stata sottolineata con enfasi: “Per Salerno è un’innovazione importante tantissima, a mio modo di vedere. È importante soprattutto che ci sia un cambiamento di cultura: dovremmo lavorare molto su questo. Quindi, anche la stampa ha un ruolo importantissimo in questo, per far capire che non stiamo facendo una passerella, ma ci crediamo veramente in quello che stiamo facendo e c’è la possibilità concreta di incidere su tante cose che vediamo e che non riusciamo a risolvere”. Quindi un po’ di ammissioni: tante cose non si riescono a risolvere, per l’assessore e per l’intera amministrazione? Grave da dire, grave da ammettere, per cui si presuppone che le aree selezionate siano in totale degrado. Il Comune ne ha così tante? Lo vedremo. C’è poi bisogno “di un cambiamento di cultura”, proprio a partire dalla costruzione sintattica oppure, per farla più semplice, a partire dal fatto che le associazioni non debbano più sperare di ottenere beni in affidamento soltanto perché “amici di” o “parenti di”. Basterà proporsi gratuitamente per rivalorizzare un bene che poi potrà essere gestito dal Comune o da un’altra realtà dopo il gratuito, dunque doppiamente apprezzato, contributo della “cittadinanza attiva”. L’assessore ha voluto specificare la genesi e la struttura di questa nuova iniziativa: “Sono stati approvati due regolamenti: un regolamento quadro, che riguarda la gestione condivisa dei beni comuni, dei beni pubblici e attraverso patti di collaborazione per incentivare la cittadinanza attiva, e un altro regolamento che riguarda specificamente il verde e che ovviamente appartiene alla competenza del settore ambiente. È stata fatta questa scelta perché c’è una specificità e quindi un tecnicismo e una professionalità, per quanto riguarda l’intervento nel verde”. L’obiettivo primario è un rinnovamento del rapporto tra cittadini e istituzioni: “Con questo regolamento dovrebbe cambiare il rapporto tra cittadini e amministrazione. È un tentativo di cittadinanza attiva a tutto tondo, nel senso che il cittadino in genere si rivolge al pubblico amministratore dicendo: ‘Ho questo problema’. Il pubblico amministratore fa quello che può, e magari molto spesso dovrebbe vorrebbe poter disporre di più polizia e non ce l’ha, oppure di più controllo e non riesce ad averlo, eccetera eccetera”. Con i Patti di Collaborazione si inaugura, invece, una nuova fase secondo l’assessore Tringali: “Con questo patto, il cittadino fa un’alleanza prevista, codificata, molto particolareggiata, con un patto, cioè un accordo. Ad esempio, mi si dice: ‘Io abito in un certo posto, ho un problema, ho il problema che sversano delle cose in questa zona che è pubblica e che è anche mia. Voglio vedere la città pulita, amo il decoro della mia città’. Ora tutti i cittadini, tutti i salernitani che amano Salerno, che vogliono una città decorosa, che vogliono risolvere dei problemi, hanno a disposizione questo strumento, con il quale si può fare qualcosa, si può cambiare modo e rapporto”. Tuttavia, è chiara la necessità di tempo per un reale cambiamento: “È fondamentale questo: ci vorrà tempo perché dovrà cambiare una cultura. Questo è innovativo, è cittadinanza attiva, è sussidiarietà orizzontale: sono tutte novità assolute per quanto riguarda la nostra città”. La novità di doversi rimboccare le maniche ed intervenire sul verde pubblico o sulle caditoie o sugli sversamenti illegittimi prima che intervengano gli affidatari dei bandi comunali? Non ditelo ai residenti di Santa Margherita, o di Sant’Eustachio, o di Sala Abbagnano o del Carmine Alto. Poveri loro, sprovvisti di manutenzione e di alleanza. Il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, ha espresso un cauto ottimismo, sottolineando l’importanza del coinvolgimento della comunità: “Bisognerà raccogliere le opinioni dalla viva voce degli attori sociali e quindi fare tesoro delle considerazioni che ci verranno offerte. Non aggiungo altro perché non voglio essere pretorio, ma credo che è un’iniziativa molto importante”. Nei prossimi giorni, l’amministrazione comunale ha annunciato una serie di incontri pubblici per illustrare nel dettaglio le opportunità offerte dai Patti di Collaborazione e per avviare un dialogo costruttivo con i cittadini sull’individuazione dei beni comuni da rigenerare, in un’ottica di ascolto, co-progettazione e parità.





