di Cesare Guarini*
Le condizioni del percorso più amato dai cittadini sono lo specchio fedele di una Città incerottata, imbrattata e impiastricciata. La “stesa” di asfalto nel tratto dove erano stati avviati i lavori ha creato un luogo a macchia di Leopardo dove il grigiore delle piastrelle laviche del primo intervento, pure desiderose di manutenzione, si accompagna a malferme e scombinate aggregazioni di materiale vario, dalla pietra al catrame, dal cemento al terreno con ciottoli. L’inopportuna scelta di avviare i lavori di riqualificazione ad inizio Settembre, con gran clamore e tante belle parole di politici entusiasti, non poteva avere conseguenze peggiori. Eppure, almeno per esperienza, si poteva pensare alla possibilità di qualche intoppo, visto che la gran parte delle opere fatte in Città ha registrato ritardi per problemi di vario genere. Adesso, non si può fare altro che attendere la fine di Gennaio. In ogni caso, sulla brutta immagine offerta a chi verrà, è inutile discutere, anche perché lo “sgarrupo” del contesto è notevole, a partire dai monumenti e luoghi del centro storico per arrivare al lungomare, divenuto un percorso di guerra, fino alla zona orientale dove il confronto con una qualsiasi litoranea, di un qualsiasi Paese del terzo mondo, ci assegnerebbe il quarto posto. Come è noto, per evitare problemi per il Natale, la Giunta Comunale ha deciso di sospendere i lavori. Con sorpresa, la delibera n. 399 del 07 scorso è stata assunta in assenza degli Assessori all’Urbanistica, Brigante, al Bilancio, Adinolfi, e alle Attività Produttive, Ferrara. Le loro specifiche competenze avrebbero dovuto consigliare di partecipare. Può essere che i primi due siano già in fase di abbandono, per dimissioni o perché dimissionati. Sulla mancata presenza del terzo, nulla si può immaginare. Ma, questo, non è certo il problema. In premessa, il provvedimento dice che “nel corso delle lavorazioni, sono emerse criticità legate alla presenza di numerevoli (forse volevano dire innumerevoli) sottoservizi, non evidenziati dagli enti gestori durante le fasi della progettazione ed, altresì, alla presenza di grossi quantitativi di materiale di risulta all’interno del canale fognario esistente con parziale occlusione dello stesso”. Una ricostruzione condivisa all’unanimità. Ma, qualcosa di incomprensibile c’è. Il rifacimento del secondo tratto del corso, dopo almeno dieci anni dal primo, fu autorizzato nella precedente consiliatura con la delibera di Giunta n. 176 del 24/05/2018 della quale erano parte integrante ben 22 elaborati tecnici e grafici esplicativi. Nella Relazione tecnico-illustrativa era chiaramente precisato che “le opere previste riguardano il rifacimento della pavimentazione stradale e la revisione o sostituzione dei sottoservizi (attacchi fognari, impianti idrici ed elettrici)” la cui descrizione analitica era riportata nelle Tavole Grafiche 13-14-15 e, quindi, “Aiuole con piante; Pali Pubblica Illuminazione; Rete Telecom; Rete Fibre Ottiche; Prese Idriche; Caditoie; Fogna; Gas; Telefonia Pubblica; Cabine Enel e Telecom; Fontanine; Panchine”. Per la fogna si legge che “si prevede di intubare il vecchio sistema fognario costituito da canali in mattoni e cemento — con tubazione corrugata di diametro DE 1200 mm”. Per la rete elettrica e telefonica “saranno predisposti per tutte le aree di intervento n. 2 cavidotti in P.E. corrugato di diametro 110 mm — per la posa di eventuali nuove linee elettriche e telefoniche”. Per la rete idrica “si prevede di sostituire l’attuale condotta idrica con la messa in opera di: 1) una nuova condotta centrale in polietilene; 2) diramazioni laterali in polietilene”. In sostanza, era previsto tutto e si sapeva che le fogne erano ostruite. E, allora, con la loro dichiarazione gli Assessori potrebbero aver deciso di coprire errori marchiani di progettazione, ovvero di giustificare con motivi credibili situazioni da loro del tutto ignorate. Quest’ipotesi sarebbe grave, se non fosse che altri eventi la rendono attendibile.
Lo scorso anno, mentre si era in attesa di uno dei tanti falsi avvii del cantiere, venne pubblicamente diffusa la richiesta del Consigliere Comunale Avella perché fossero riqualificate anche le strade laterali. Probabilmente non aveva letto la Relazione tecnico-illustrativa, né aveva aperto la Tavola dei Grafici di Progetto, visto che le traverse erano già previste. Nei giorni scorsi, è stato un intero gruppo politico di maggioranza a intervenire. I Consiglieri Zitarosa e Figliolia hanno suggerito di trasformare il fermo forzato del cantiere in una opportunità per progettare i sottoservizi. E’ probabile che anche loro non abbiano letto. Potevano evitare la figura.
In realtà, la critica che si può fare ai lavori riguarda la scarsa attenzione rivolta alla rete autonoma delle acque meteoriche, quelle bianche, in vista della necessaria separazione delle condotte per impedire che, per il superamento dei livelli di troppo pieno, i liquami possano finire a mare. Come succede da anni. Adesso, molti si chiedono chi pagherà le maggiori spese. Intanto, è possibile che l’impresa abbia già incassato l’anticipo all’avvio del cantiere previsto dall’art. 25 del Capitolato Speciale di Appalto nella misura del 20%, cioè circa € 1.000.000. Per il resto, se ci fossero davvero errori di progettazione, l’Amministrazione dovrebbe chiedere l’applicazione dell’art. 37 sulle responsabilità dei progettisti. Però, per come è stata scritta la delibera, ci sono poche speranze. Alla fine pagheranno i cittadini.
Non è accettabile che la Città viva situazioni imbarazzanti volendo vestirsi da festa per accogliere visitatori a guardare le luci in cielo mentre passeggiano tra la palta in terra. E neppure è accettabile che questo possa accadere perché i rappresentanti ignorano o non sfogliano i progetti che, nelle rispettive posizioni, dovrebbero leggere e conoscere.
La qualità di una Città esprime la qualità della sua Amministrazione, prima che dei suoi cittadini. Se i lavori al corso sono una prova di questa verità, allora non possiamo meravigliarci di vivere in una Città rattoppata con le pezze. Possiamo solo preoccuparci del suo futuro.
Futura Salerno