Corruzione: Woodcock allunga le mani sulla città di Eboli - Le Cronache
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Corruzione: Woodcock allunga le mani sulla città di Eboli

Corruzione: Woodcock allunga le mani sulla città di Eboli

di Peppe Rinaldi
Quando il Gico della Guardia di Finanza di Napoli ha bussato alla sua porta di casa alle 5 del mattino del 10 novembre scorso, ha cercato di impedirne o rallentarne l’accesso adducendo le cattive condizioni sanitarie della consorte: «Non si preoccupi» – hanno replicato i finanzieri – «nel caso si presentino problemi chiamiamo il 118 che potrà presenziare alla perquisizione assistendo la signora».
Come si sia poi evoluta l’ouverture della vicenda, questo il cronista non può saperlo una volta superata la soglia del “colore” del dettaglio di cronaca. Quel che si sa o, meglio, si è fin qui riusciti a
intercettare dal flusso della notizia proveniente da Napoli è che – per dirla con slogan giornalistici – le mani di John Henry Woodcock, arcinoto pubblico ministero, si sono allungate su Eboli. Con una punta anche sulla limitrofa Albanella, oltre che in un centro dell’hinterland napoletano.
Sarebbero due gli indagati di interesse locale: un medico e un imprenditore edile, quest’ultimo coinvolto in seconda battuta per presunti lavori edili nelle proprietà private del primo. Il Gico ha perquisito, nell’ordine, l’abitazione in centro del professionista, la casa dell’imprenditore edile, un centro medico-sanitario nel territorio di Albanella, un altro nel napoletano e lo studio ebolitano di consulenza commercialistica di riferimento del dipendente pubblico sottoposto alle verifiche della procura.
L’indagine avviata dagli uffici giudiziari di Napoli verterebbe, tra altre, su alcune ipotesi di corruzione ad opera di dirigenti medici organici al Ministero della Sanità e dislocati nelle aree portuali per i controlli di loro specifica competenza.
Uno di questi medici vive e risiede a Eboli, da anni, dove gode anche di una certa notorietà.
La procura avrebbe in mano una serie di indizi, in particolare intercettazioni telefoniche ed ambientali, per i quali si profilerebbe un giro di tangenti relative a forniture e/o “sdoganamenti” di apparecchiature elettromedicali: si vocifera pure che, nel caso
specifico, il prezzo della corruzione sarebbe una autovettura nuova di zecca donata al medico (S.A. queste le sue iniziali) in cambio di qualcosa. Ovviamente è tutto da accertare, siamo ancora nel campo delle ipotesi investigative e le notizie in arrivo da Napoli potrebbero essere soggette a variazioni e precisazioni. Si vedrà.
Intanto giovedì scorso, 10 novembre, il blitz è scattato ancor prima dell’alba innescando l’andirivieni delle informazioni.
Dopo aver notificato il decreto di perquisizione, che vale anche come informazione di garanzia, al medico e proceduto alle operazioni del caso, i finanzieri si sono concentrati sulla struttura sanitaria di Albanella, peraltro una di quelle dall’iter burocratico-amministrativo opaco essendo la replica di un modulo, seppur in misura ridotta, che in materia di convenzioni ed accreditamenti col Ssr ha fatto registrare da tempo l’interesse degli osservatori.
Poi è stata la volta dell’imprenditore edile (C.M. le iniziali), quindi degli uffici amministrativi del centro sanitario, infine dello studio professionale di consulenza, sede di potenziale documentazione di interesse per le indagini. Nel corso delle operazioni di perquisizione sono stati sequestrati documenti e materiale che sarà ora sottoposto al primo screening del sostituto procuratore Woodcock.
Cosa il pm anglo-partenopeo stia meditando, ovviamente, non è dato saperlo. Almeno non ancora.