Probabilmente sapendo che le cose si stavano mettendo male per lui, il sindaco di Avellino Gianluca Festa – 50 anni, eletto il 28 giugno del 2019 sostenuto da quattro liste civiche, dopo aver rotto con il Pd – si preoccupa di far sparire le prove delle sue “condotte criminose”: ed è per questo, sostengono gli inquirenti che oggi lo hanno arrestato per corruzione e una lunga serie di altri reati, che si è preoccupato di far bonificare il suo ufficio ed anche di far sparire il computer che “costantemente utilizzava per le incombenze quotidiane”. Peccato che mentre tutto questo succedeva, all’inizio dello scorso marzo, le videocamere istallate dagli investigatori riprendevano tutto, compreso il tentativo di rimuovere l’hardware dal computer, impresa che non gli riesce: per questo, si legge nell’ordinanza, “ripone l’ingombrante apparecchio in una scatola” e lo fa portare via. Quel pc non verrà più ritrovato. La “gravissima condotta di inquinamento probatorio” messa in atto è alla base degli arresti domiciliari disposti dal gip del Tribunale di Avellino Giulio Argenio, su richiesta della Procura guidata da Domenico Airoma. Oltre a Festa, domiciliari anche per altre due persone: l’architetto Fabio Guerriero, fratello di Diego Guerriero, consigliere comunale di maggioranza a sua volta indagato, e la ex dirigente del settore Lavori pubblici e Attività produttive, Filomena Smiraglia. Nove gli indagati per questo specifico filone di indagine, ma come afferma lo stesso procuratore Airoma, queste vicende “rappresentano soltanto una porzione di un complesso percorso investigativo riguardante molteplici traffici delittuosi”. Nel mirino degli inquirenti presunti episodi di corruzione, concorsi truccati, irregolarità su affidamenti e appalti del comune di Avellino: il caso esplose il 6 marzo scorso (le immagini relative all’asportazione del pc sono del giorno precedente) quando i carabinieri perquisirono l’abitazione del sindaco e quella di sua madre. Il giorno dopo Festa fu protagonista di una infuocata conferenza stampa nella quale dichiarò di essere del tutto estraneo alle ipotesi di accusa, ma venti giorni dopo si dimise per “garantire serenità alla città”. Festa è tra l’altro accusato di rivelazione del segreto d’ufficio: insieme a Smiraglia, avrebbe fatto conoscere in anticipo le domande a due candidati a concorsi banditi dal Comune di Avellino e, su un altro fronte, avrebbe indotto un noto imprenditore del settore della ristorazione a sponsorizzare la squadra di basket DelFes, di cui Festa sarebbe considerato il dominus, in cambio di favori legati all’esercizio della sua funzione di sindaco. Sempre oggi, nell’ambito dell’operazione “Dolce Vita”, come l’hanno definita gli investigatori, carabinieri e finanzieri hanno perquisito l’abitazione della vice sindaco di Avellino, Laura Nargi (è a lei che in una intercettazione video il sindaco, intento a far sparire le carte compromettenti dal suo ufficio, “sussurra le parole ‘si deve togliere quella stampa da qua’”) e acquisito nuovi documenti negli uffici del Comune. Nei primi giorni della prossima settimana, sono previsti gli interrogatori di garanzia per i tre arrestati. Antonio Misiani, commissario regionale del Pd Campania, in una nota, ricorda che “Festa è stato eletto nel 2019 in contrapposizione al candidato sostenuto dal Pd, Luca Cipriano e che è stato espulso dal partito nel 2021: chi ancora oggi accosti Festa al Partito democratico – conclude Misiani – fa una operazione evidentemente strumentale e politicamente interessata”
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