CorpoNovecento rende omaggio alla cultura spagnola - Le Cronache
teatro Spettacolo e Cultura

CorpoNovecento rende omaggio alla cultura spagnola

CorpoNovecento rende omaggio alla cultura spagnola

Oggi, presso la Sala Pasolini di Salerno, incontro sulla guerra civile spagnola (tra cronaca storia e cinema) e sul testo “La pietra oscura” di Alberto Conejero.

Di LUCA GAETA

Stasera, con inizio alle ore 18, presso la Sala Pasolini di Salerno, denso omaggio alla cultura spagnola, a cura di Alfonso Amendola e Pasquale De Cristofaro, omaggio promosso dalla collana teatrale Corponovencento, che è un progetto editorial-teatrale tra i più interessanti degli ultimi decenni, che trae la sua origine dalla omonima rassegna di teatro, musica, danza e video nata e diretta negli anni passati, per volontà del regista e drammaturgo Pasquale De Cristofaro (nella foto mente illustra le finalità della collana da lui diretta) come specchio dei più interessanti “attraversamenti generazionali e linguistici”, delle tensioni visionarie e della la passione per la ricerca del nostro tempo. Sulla guerra civile spagnola (tra cronaca storia e cinema) interverranno il professore Alfonso Conte, docente di storia contemporanea presso l’Università di Salerno, il giornalista e scrittore Andrea Manzi e il regista e critico cinematografico Michele Schiavino. La tavola rotonda sarà coordinata da Alfonso Amendola, docente di sociologia dei processi culturali presso l’Università di Salerno. I lavori continueranno con la presentazione di “Cliff (Il dirupo) – La pietra oscura” di Alberto Conejero (traduzione di Simona Trecca / Oèdipus Edizioni), opera della quale discuteranno Rosa Maria Grillo, direttore del dipartimenti di studi umanistici dell’Unisa, Simona Trecca, docente di letteratura spagnola presso l’Università Roma Tre, e Paola Ambrosi, curatrice della collana spagnola di Corponovecento. Alle 21,15 l’intenso programma si concluderà con la messinscena de “La pietra oscura” (in scena Alessandro Tedesco e Andrea Palladino, regia di Pasquale De Cristofaro), un testo interessante e intenso che riassume i temi della discussione. Ecco l’ambientazione del lavoro: durante la guerra civile spagnola, Rafael è un prigioniero in attesa di fucilazione, Sebastian è il suo giovane carceriere. Nella realtà, Rafael Rodrìguer Rapun è stato segretario del gruppo di teatro universitario “La Barraca”, diretto da Federico Garcia Lorca e suo ultimo compagno. In un serrato confronto tra i due, Rafael tenterà di coinvolgere Sebastian in un duplice compito, portare alla sua famiglia un messaggio di speranza e recuperare un inedito manoscritto di Lorca salvaguardandone la memoria presso le generazioni future. Un dramma avvincente sul valore della memoria come concime per un futuro meno violento e più democratico.