Una corsa contro il tempo per allestire il maggior numero di posti letto da dedicare ai pazienti affetti dal Covid-19 e un reclutamento straordinario di personale per sostenere una mole di lavoro incrementata. L’azienda ospedaliero-universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno cerca di fronteggiare, l’emergenza coronavirus. Inoltre, i docenti del dipartimento di Medicina dell’universita’ salernitana forniscono il loro contributo alla diagnostica del virus attraverso un’attivita’ di analisi molecolare e sierologica, di management sanitario per ottimizzare i percorsi ospedalieri, l’igiene generale ambientale adottando attrezzature e presidi innovativi. Ad oggi, i posti letto dedicati disponibili sono 43. Di questi, 15 sono di terapia intensiva (nel calcolo sono ricompresi anche quelli per reti tempo dipendenti Ima, Ictus e Trauma); 8 di degenza ordinaria; 6 di sub-intensiva; 8 dell’area emergenziale; 6 dell’area pneumologica che e’ di nuova attivazione. In piu’, gia’ nella prima settimana di aprile, dovrebbero essere accessibili i moduli prefabbricati con 24 posti letto. I lavori sono in corso e le costruzioni sono ospitate nel perimetro del plesso Ruggi. A questo, si aggiunge un reclutamento di personale avviato dal primo marzo scorso. Sono stati stipulati, finora, contratti a tempo determinato per 239 operatori sanitari, di cui 149 infermieri, 53 operatori sociosanitari e 37 medici anestesisti, pneumologi, infettivologi, farmacisti e radiologi. Un lavoro che, per il commissario straordinario dell’azienda Vincenzo D’Amato, viene svolto “sinergicamente con l’impegno dell’universita’ di Salerno”. Infatti, l’azienda San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, anche grazie alle competenze dei docenti, e’ entrata tra i centri di riferimento per la sperimentazione di nuovi farmaci antivirali e coordina l’applicazione di nuovi protocolli per i pazienti Covid. In alcuni settori clinici, i professori della Scuola Medica Salernitana garantiscono assistenza sanitaria a pazienti fragili ed immunodepressi attraverso sistemi di telemedicina. Il dipartimento dell’ateneo ha messo a disposizione, oltre al personale, anche attrezzature mediche necessarie per l’emergenza. Tra queste, una cappa a flusso laminare, tre ventilatori per assistenza respiratoria, centraline per monitoraggio microclimatico e per ricambi d’aria. Un contributo, inoltre, arriva anche dai cosiddetti specializzandi, cioe’ i medici in formazione, che continuano a svolgere attivita’ assistenziale sotto la direzione dei loro tutor.
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