Consorzio farmaceutico: un gran pasticcio - Le Cronache Salerno
Salerno

Consorzio farmaceutico: un gran pasticcio

Consorzio farmaceutico: un gran pasticcio

La delibera del recesso dal Consorzio Farmaceutico Intercomunale è stata definita di grave danno per la perdita di un servizio dedicato soprattutto ai più deboli, ma anche pericolosa per gli equilibri finanziari dell’Ente che tuttora detiene il 33,33% del Patrimonio. Si è parlato di un Bilancio 2022 non ancora approvato e di un documento contabile provvisorio nel quale è dichiarata una perdita economica di ben € 11,3milioni da ripianare per quota. Si è detto, poi, di un debito del Comune per € 1milione non registrato nel Bilancio di Previsione 2024-2026 e nel Consuntivo 2023 di recente approvati dal Consiglio. E, allora, chiediamo al dott. Alfonso Malangone di chiarire le conseguenze che possono derivare da questa operazione. Proprio in data di ieri, il Presidente della Commissione Bilancio del Comune ha dichiarato che il debito è inesistente mentre, pur con grande ritardo, sarebbe stato approvato il Consuntivo 2022 con un utile, non con la perdita denunciata in precedenza. «Una cosa deve essere chiara. È difficile che il Bilancio di una qualsiasi Società privata, o Istituzione pubblica, sia privo di ritocchi. Di regola, se necessario, si interviene come si fa con le foto per coprire le rughe. Così, passare da una Perdita presunta di € 11,3milioni ad un Utile, non è complicato. Basta volerlo, tanto chi se ne accorge tra gli estranei? Magari, può anche essere necessaria una modifica, se sono rilevati degli errori nei documenti preparatori. In assenza di una copia del Bilancio deliberato ieri, nulla si può dire. Ma, i fatti sono questi: il Collegio dei Revisori, nominato a fine Dicembre 2023, dopo l’abbandono anticipato del precedente, si è dimesso ad aprile scorso; il Bilancio 2022 è stato approvato con un anno di ritardo; nella Situazione Contabile diffusa in giro, la perdita c’è davvero; il debito del Comune, invece, non c’è, ma c’era nel Bilancio 2021. Certo, nessuno può sostenere ci sia stata una manovra e, in ogni caso, se la delibera è stata assunta, vuol dire che il nuovo Collegio dei Revisori, nominato a maggio, ha espresso parere favorevole e che l’Assemblea dei Sindaci è stata d’accordo. Ho sentito che ieri c’erano solo i rappresentanti di Eboli e Capaccio, che insieme detengono il 66,66% del Patrimonio. Una maggioranza sufficiente, anche se avrebbe dovuto partecipare anche Salerno perché ancora presente nel Consorzio. In verità, con queste premesse, non è uno sproposito ritenere che qualcosa di strano sia accaduto». Cioè? «Dividiamo gli argomenti. Il primo punto, più semplice da chiarire, è quello del presunto debito di € 1milione in capo al nostro Comune a fine 2021. In Commissione, è stato precisato che non si è trattato di un errore perché, semplicemente, quel debito non esiste. In effetti, si tratta del ‘ristoro’ che, ai sensi dell’art. 6 dello Statuto, ogni Ente partecipante deve versare in misura variabile al Consorzio per compensare il danno ‘tecnico-economico’ conseguente al minor fatturato e al ‘dimagrimento’ di tutta la gestione a causa del suo recesso. Non si tratta, quindi, di un impegno da onorare a vista o a scadenza, ma solo di una uscita finanziaria ‘eventuale’ che si attiva al momento dell’uscita e frutto di una scelta libera, perché al Consorzio, che è a tempo indeterminato, non è attribuito alcun potere di contrasto. Questo significa che l’obbligo sorge solo quando un Comune dovesse decidere che debba nascere, tirandosi fuori dall’accordo. Non prima. E, quindi, non può essere un debito da inserire in Bilancio. Ma, neppure un credito da mettere nel Bilancio del Consorzio. Anzi, inserirlo come tale appare davvero un’anomalia, salvo errore, proprio perché il Consorzio è soggetto passivo, non attivo, dell’evento. Se proprio si volessero mettere in risalto i ristori, si dovrebbero usare conti specifici, cosiddetti di memoria, che non incidono sulla situazione economico-patrimoniale. C’è da aggiungere che i ‘Principi Contabili’ precisano che “i crediti rappresentano diritti ad esigere, ad una scadenza individuata o individuabile, ammontari fissi o determinabili di disponibilità liquide, o di beni/servizi aventi un valore equivalente, da clienti o da altri soggetti”. Quindi: “come possono esserci crediti se non ci sono debiti”? Se i risarcimenti non sono debiti per i Comuni, non possono essere crediti per il Consorzio. La particolarità della controversa registrazione appare avvalorata dal fatto che Comune e Consorzio sono la stessa ‘cosa’ e non possono operare in contrasto nella contabilizzazione delle partite interne. Sono Organismi che debbono collaborare, non contrapporsi». E, perché il Consorzio ha contabilizzato questi cediti? Bisogna risalire alle origini della scrittura. Ma il primo Bilancio presente sul sito del Consorzio è quello del 2014 nel quale il credito era già presente, sebbene catalogato tra i ‘Crediti a breve entro i 12 mesi’. Come se fosse da realizzare subito. Nel 2016, poi, ci fu il passaggio tra i ‘Crediti immobilizzati’ di un importo di € 9,6milioni che, nel 2017, ritornò tra i ‘Crediti a breve nei 12 mesi’’ dove rimase fino al 2020. Nel 2021, nuovo passaggio tra i ‘Crediti immobilizzati’ per € 10milioni. Quando accadono queste cose, vuol dire che qualcosa non è andato per il verso giusto perché è chiaro, anche ai non esperti, che un credito a breve ha una sua importanza ai fini degli equilibri finanziari cosiddetti correnti. Di contro, l’aumento di quelli immobilizzati incide sul calcolo del Margine Patrimoniale che, nel 2021, proprio per la presenza di quei valori, è divenuto negativo per ben € -10,7milioni. E, quindi: “si è trattato di seguire una ‘Politica di Bilancio’ o di cosa? C’è da dire che, con queste scritturazioni, potrebbe essere anche variata la quantificazione dei ‘ristori’ effettivi chiesti a Cava dei Tirreni, Lioni e Baronissi, mentre per Scafati c’è ancora un contenzioso aperto. Debbo far salvo ogni errore, su questo, ma chi avesse interesse, potrebbe verificarlo». Cosa è successo nel 2022? «Nel documento provvisorio, i Crediti non ci sono. Per ‘cancellarli’ sembra sia stata effettuata una scrittura per ‘Sopravvenienze Passive’ pari a € 11,8milioni che, assorbita in parte da una ‘Sopravvenienza Attiva’ di € 1,3milioni, ha sostanzialmente ‘pareggiato’ il valore dei Crediti e portato alla perdita denunciata. Se, adesso, questa fosse davvero scomparsa, potrebbe essere stata effettuata una semplice operazione di ripristino dei Crediti accompagnata dalla cancellazione della Sopravvenienza Passiva. Tutto molto elementare. Ovviamente, nulla si può sostenere, in assenza di documenti ufficiali. In ogni caso, c’è da dire che la manovra sarebbe a favore del nostro Comune perché, a parte il ‘ristoro’ che comunque deve essere pagato a seguito del recesso, non dovrebbe più partecipare alla copertura della perdita nella misura del 33,33%. Tutto passa in capo a Eboli e Capaccio, con l’aggiunta delle altre Città che partecipano da ‘esterne’ al Consorzio con le loro Farmacie. L’elenco è noto. Dovranno chiarire tra di loro. Sempre che qualcuna non faccia qualche storia, su tutto questo». In definitiva, il Comune avrà vantaggi dal recesso? «Se pensiamo al pasticcio amministrativo-gestionale-contabile, è certo che si. E’ appena il caso di ricordare che ci sono oltre € 11,4milioni di versamenti arretrati nei confronti dell’Erario-Inail-Inps, più altri € 1,4milioni di cartelle contestate nel 2023, € 7milioni di debiti verso Fornitori e altri, una massa di crediti incomprensibili, la contestazione di Anac per acquisti impropri. Peraltro, già a fine 2023, l’Assemblea dei Sindaci si espresse a favore dell’intervento di capitale fresco, auspicando anche la ristrutturazione del debito per difficoltà finanziarie e patrimoniali. Metterci una pietra sopra, conviene. Auspicando non ci siano osservazioni. Perché, se è vero che il Consorzio nulla può per il recesso, Scafati ancora non avrebbe recuperato le sue Farmacie, dopo quattro anni. E’ sperabile che non si crei un analogo contenzioso. A meno che i Soci residui non decidano di chiudere ‘baracca’, come si dice ricorrendo ad una espressione popolare, senza nessun riferimento concreto. Se così fosse, potrebbero esserci conseguenze davvero dolorose». Si potrà fare mai chiarezza su tutto questo? «Chissà. Io osservo da esterno, sempre facendo salvo ogni errore. Però, se qualcuno non fosse d’accordo, basterebbe solo dirlo. Spetta ai Politici, alla Magistratura e a tutte le Istituzioni competenti accertare la verità. Se la vogliono accertare. Una cosa sembra davvero assodata. Un’altra partecipazione volta a creare valore aggiunto si è dimostrata infelice. Vogliamo parlare di altre? Basta leggere l’elenco di quelle escluse dal monitoraggio annuale: Asis, Ausino, CST, CSTP, Salerno Sviluppo, Salerno Interporto, Trasporti Marittimi Salernitani, Parco Scientifico e Tecnologico, Bacino SA/2, Ente Ambito Sele. Poi, SIIS e Aser. Un elenco lungo di attività che hanno certamente assorbito risorse significative. Altrimenti, perché abbiamo oggi un Disavanzo di 152milioni di euro che neppure riusciamo a ripianare con regolarità? Io cerco di arrivare alla verità senza offesa per nessuno, anche se c’è sempre qualcuno che si offende».