
di Erika Noschese
La Buoneco non sorgerà sul territorio di Buccino. A mettere la parola fine all’ipotetica installazione dell’impianto, destinato a trattare oltre 113.000 tonnellate di rifiuti è il Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso depositato dal Comune di Buccino contro la Regione Campania e nei confronti della società Buoneco per chiedere l’annullamento del decreto della Regione Campania del 22 febbraio 2019 e la domanda di annullamento dell’avviso di rettifica pubblicato sul Burc, riguardanti la valutazione di impatto ambientale integrata con la valutazione d’incidenza rilasciata alla società Buoneco s.r.l. Il Consiglio di Stato ha chiarito che «nel processo amministrativo l’inutilità di una pronuncia di merito sulla domanda articolata dalla parte può affermarsi solo all’esito di una indagine condotta con il massimo rigore, al fine di evitare che la declaratoria in oggetto si risolva in un’ipotesi di denegata giustizia e quindi nella violazione di un diritto costituzionalmente garantito: in specie, la dichiarazione di improcedibilità del ricorso per sopravvenuto difetto di interesse presuppone che, per eventi successivi all’instaurazione del giudizio, debba escludersi l’utilità dell’atto impugnato, ancorché meramente strumentale o morale, ovvero che sia chiara e certa l’inutilità di una pronuncia di annullamento dell’atto impugnato». Il Consiglio ha poi chiarito che «si tratta di censure che attengono a pretesi vizi del provvedimento che se riscontrati determinerebbero l’annullamento del provvedimento impugnato, l’azzeramento del procedimento amministrativo sub iudice e, conseguentemente, la piena tutela dell’interesse legittimo oppositivo del Comune di Buccino». Nel ricorso, l’ente ha ricordato che l’amministrazione e la società hanno disatteso l’ordinanza istruttoria del T.a.r. che ordinava la produzione in giudizio del suddetto atto e che avrebbe errato il Giudice di primo grado sia nel soprassedere su tale mancato adempimento sia a ritenere equivalente all’istanza del 15 febbraio 2017 quella presentata in data antecedente, ossia il 22 settembre 2016, dalla società, non essendovi alcuna prova che le due istanze coincidessero o facessero riferimento al medesimo procedimento. Inoltre, la sentenza del Tar «sarebbe ulteriormente errata quando afferma che la mancata proposizione di alternative progettuali da parte della società controinteressata sarebbe superata dal “giudizio complessivamente positivo formulato dall’autorità regionale…” e dall’“irragionevolezza della c.d. opzione zero”. Secondo l’appellante, in tale modo, il T.a.r. avrebbe qualificato come legittimo il giudizio di compatibilità ambientale espresso dalla Regione sulla base dello studio d’impatto ambientale dell’impresa privata carente e lacunoso, perché privo della descrizione di alternative realizzative e localizzative, e incentrato, invece, sul confronto con la sola “opzione zero”. Il “giudizio complessivamente positivo” sarebbe dunque illegittimo in quanto parziale, privo, cioè, del vaglio di un necessario momento istruttorio e valutativo, prescritto dalla legge», si legge ancora nella sentenza che annulla il decreto del 22 febbraio 2019 con il quale il Dirigente competente della Regione Campania ha escluso con prescrizioni l’impianto dalla procedura di valutazione di impatto ambientale – VIA con valutazione di incidenza; il parere del 18 dicembre 2018 della Commissione VIA – VAS e VI, come disposto dal presidente Francesco Gambato Spisani. Ad esprimere soddisfazione il sindaco di Buccino, Pasquale Freda: «Il Consiglio di Stato, con Sentenza depositata in data 05/05/2025, ha accolto il ricorso depositato dal Comune di Buccino contro la Regione Campania e nei confronti della società Buoneco. Ha annullato la Via ottenuta con Decreto del 22/02/2019. Ha condannato la Regione Campania e la Società Buoneco alle spese di lite quantificate in euro 8.000,00 – ha detto il primo cittadino – Negli ultimi giorni io e i miei colleghi amministratori di maggioranza del Comune di Buccino siamo stati accusati di aver “aperto le porte alla Pisano e alla Buoneco”, siamo stati accusati di voler “portare la munnezza nel nostro territorio”, di non amarlo realmente e di volerlo svendere. Questa vittoria, se permettete, non la condividiamo con nessuno. Nessuno dica “ho stato io”». Per il sindaco la sentenza del Consiglio di Stato «è la vittoria del gruppo politico Insieme per Buccino che dal giorno dell’insediamento lotta in maniera seria e trasparente per valorizzare e difendere il proprio paese. Questa volta sono io, siamo noi, a goderci l’onore di un risultato straordinario che pone fine alla questione. Un grazie, come sempre, va rivolto alle Associazioni e alle Aziende che sono intervenute in questo importantissimo giudizio, agli Uffici Comunali e all’Avvocato che ha assistito l’Ente brillantemente – ha aggiunto – Ancora una volta le parole stanno da una parte, i fatti dall’altra. Viva Buccino e viva il nostro stupendo territorio. Sempre».