Condannati Antonietta Lembo e Andrea Sica - Le Cronache Cronaca
Cronaca Giudiziaria

Condannati Antonietta Lembo e Andrea Sica

Condannati Antonietta Lembo e Andrea Sica

Condannati a tre anni e 6 mesi dopo aver concordato la pena in Appello scontata di 8 mesi di reclusione per rapina e lesioni. La Cassazione giudica inammissibili i ricorsi presentati da Antonietta Lembo (28 anni) e Andrea Sica (26enne), entrambi giudicati colpevoli al termine del rito abbreviato e condannati in primo grado a Nocera Inferiore a 4 anni e due mesi. Al centro della vicenda processuale quanto accadde il 21 settembre 2022, quando Antonietta Lembo, di Baronissi, e Andrea Sica, di Salerno, in concorso con una terza persona, aggredirono in pieno centro cittadino il trentenne cavese S.V., strappandogli una costosa collana d’oro che aveva al collo. Nel tentativo di recuperare l’oggetto prezioso, il trentenne si aggrappò allo sportello dell’auto dei malviventi una Smart Fourfour, poi risultata noleggiata presso una ditta del Napoletano. L’uomo fu trascinato per molti metri fino a rovinare a terra, procurandosi varie escoriazioni e diverse lesioni al corpo, rischiando anche di finire sotto le ruote dell’auto dei rapinatori. Lanciato l’allarme, sul posto intervenne il personale del 118 che prestò le prime cure al rapinato. Successivamente il referto medico dell’Ospedale Santa Maria Incoronata dell’Olmo, diagnosticò al 30enne cavese gravi escoriazioni a ginocchio e avambraccio sinistro, con la prognosi di cinque giorni di riposo salvo complicazioni. Perpetrata la rapina, gli occupanti della Smart, che dalle testimonianze raccolte dai carabinieri risultarono essere in tre, si diedero a fuga precipitosa. A conclusione delle indagini, grazie anche ai sistemi di videosorveglianza presenti in zona, i carabinieri identificarono i giovani autori della rapina. Nel frattempo la collana del valore di circa mille euro era stata portata dai tre rapinatori ad un “Compro Oro” di Cava e rivenduta per 570 euro pagati in contanti. Lembo e Sica hanno definito la loro pendenza giudiziaria con una pena definitiva di tre anni e 6 mesi di reclusione essendo inammissibili i due ricorsi come deciso dalla Cassazione che ha motivato la sua decisione.