Questa sera, all’Hangar di Albanella appuntamento con Gabor Hartyani al violoncello, Ivano Leva al pianoforte, Giovanni Giugliano al contrabbasso e Matthew Sindells alla batteria
Di Olga Chieffi
Concetto chiave nella formazione dell’immagine del jazz, l’improvvisazione è al tempo stesso un feticcio ed una realtà centrale del linguaggio jazzistico, ed è termine che stimola l’immaginazione e fa pensare a sconfinati orizzonti di libertà, incontrollabili voli della fantasia, facendo diventare il jazz l’emblema della musica “libera”, senza vincoli. Un’idea, quella di improvvisazione, che, quindi lascia intendere l’assenza di una forma predeterminata, di regole precise, persino di un’estetica capace di governare il pensiero artistico e gli sviluppi storico-stilistici della musica. Ma cosa significa “improvvisazione” e “chi” improvvisa in una musica dieri quasi sinestetica, quale è il jazz? Come si sono modificate le strategie nel corso del tempo e delle variazioni stilistiche che hanno attraversato il percorso jazzistico? Come si concilia la creazione individuale all’interno di un genere musicale in cui il collettivo è l’elemento centrale? Si può parlare di jazz senza improvvisazione? Quali sono gli aspetti che regolano il processo della creazione estemporanea? A tutte queste domande potremo pur tentare di dare risposta partecipando ai concerti che già da aprile si stanno tenendo nell’Hangar di Albanella, con la rassegna “Musica in Jazz”, promossa dall’Associazione Erratica, che offre gli ultimi due appuntamenti sulle note di musicisti, che ogni giovedì, continueranno a dedicare uno spazio ad una serie di performance tutte da scoprire, in questo finale di maggio. Eventi, che chiuderanno in bellezza un cartellone ricco ed entusiasmante dei giovedì in jazz, vedranno protagonisti questa sera i musicisti residenti Gabor Hartyani al violoncello, Ivano Leva al piano, Giovanni Giugliano al contrabbasso e Matthew Sindells alla Batteria; il 30 maggio spazio per Antonio Della Polla (vibrafono e pianoforte), il quale presenterà il suo primo disco accompagnato da Daniele Brenca (contrabbasso) e Matthew Swindells (batteria). Il progetto Processi Improvvisativi iniziato da Daniele Brenca con i Giovedì Jazz di Aprile all’Hangar di Albanella ha visto una buona risposta di pubblico e soprattutto tanti musicisti del territorio circostante che hanno aderito, partecipando alle jam session e proponendo via via progetti originali sempre più interessanti calati in questo luogo incredibile. L’Hangar Museum vuole infatti proporsi come catalizzatore della creatività locale, le artiste e gli artisti del territorio possono infatti trovare qui una casa per incontrarsi, un teatro per presentare i propri lavori, uno spazio multidimensionale per tutti i tipi di sperimentazione multidisciplinare e contemporanea. Hanno preso parte alle jam session Andrea Marciano al pianoforte, Antonio De Domenico al pianoforte, Angelo Sodano al basso e chitarra, Gaetano Mazzaro al basso, Mino Lingardo al contrabbasso, Angelo Gregorio alla batteria, Franco Gregorio alla batteria e Tony Urbano al sassofono. Per come l’Associazione Rareca ha allestito il luogo ci sono diverse possibilità, l’uso del pieno riverbero nella hall centrale, l’uso di una stanza per la musica all’ingresso con pannello, tappeti e tende che spezzano e rendono l’ambiente caldo e accogliente oltre che un’acustica adeguata per un concerto o uno spettacolo di parola. Gli spazi esterni quali la terrazza panoramica, il teatro sul tetto, l’uliveto. Durante tutto il mese di maggio questo luogo diventa cassa di risonanza per linguaggi diversi e punti di vista di tutto il mondo, nello splendido intreccio che solo la danza contemporanea unita alla musica attraverso processi improvvisativi e sperimentazione riesce a fornire Gabor Hartyani violoncellista contemporaneo ungherese che vive e lavora tra Berlino e Amsterdam arriva ieri proprio per trascorrere una settimana in residenza all’Hangar. Gabor porterà la sua pratica artistica con ascolto profondo, sperimentazioni musicali, trasmutazioni e sperimentazioni multidisciplinari insieme a David Kummer danzatore e coreografo berlinese e Chada Halwani artista visiva libanese. Due gli appuntamenti che hanno aperto con buon concorso di pubblico, il calendario. Il 9 maggio l’evento che ha ospitato in apertura il trio Freedom Jazz composto da Laura Klain, alla batteria, Bruno Salicone, al piano e Daniele Brenca, al contrabbasso. L’obiettivo era riprendere la ricerca interrotta, seguendo i processi improvvisativi come metodo per rintracciare possibilità di convivenza attraverso la musica. L’invito è esteso – in questo tipo di iniziativa – a chiunque, musicisti, amatori e appassionati che abbia voglia di sperimentare.