“In merito all’articolo pubblicato oggi, 6 ottobre, sul quotidiano “Cronache”, dal titolo “Cava: multe, indagini e un audio compromettente”, mi corre l’obbligo di precisare che il sindaco di Cava de’ Tirreni, Vincenzo Servalli, non ha ricevuto nessun avviso di conclusione delle indagini a suo carico e ha appreso di un suo presunto coinvolgimento dal giornale”. Lo dichiara Federico Conte, avvocato difensore di Vincenzo Servalli, sindaco di Cava de’ Tirreni. “Quanto al merito della ricostruzione giornalistica – continua Conte -, egli si dichiara totalmente estraneo ai fatti, che, se è dato capire bene, risalirebbero alla sua ultima campagna elettorale ovvero al lontano 2020 e, a sentire il vocale pubblicato dal giornale, avrebbero come protagonista, tra gli altri, il dottor Sorrentino, che l’amministrazione di Cava de Tirreni ha licenziato per le irregolarità nella gestione dell’ufficio finanziario. Il sindaco Servalli resta fiducioso nell’operato della magistratura, con la quale sin dall’inizio ha sempre mantenuto rapporti di fattiva collaborazione”.
Ringraziamo l’avvocato Conte per la precisazione, non senza dichiararci colpiti per aver ricevuto la nota da un indirizzo istituzionale (Camera.it) che, teoricamente, non dovrebbe essere attivo da tempo. Ci sarà un motivo. Il momento è quello che è – per esempio, abbiamo notato che alcuni hanno pubblicato questa precisazione di Conte senza aver però pubblicato prima la notizia principale -, certe sbavature, forse dovute alla fretta forse ad altro, sono comprensibili, ancorché insidiose. Al tempo stesso rammentiamo che “non aver ricevuto nulla” e “lo apprendiamo dai giornali” è legittima e comprensibile formula standard che, però, non soddisfa i termini del problema: che non è quello giudiziario sic et simpliciter, bensì quello «politico» di un collaboratore del sindaco Servalli, peraltro di opposta fazione. Che sia, ancora, un file risalente nel tempo (2020) neppure soddisfa: a rigor di logica, se fosse un fatto del 2020 relativo alla “campagna elettorale” citata, risulterebbe strano parlare di “conclusione indagini” visto che i fatti oggetto della presunta inchiesta giudiziaria (per una multa cancellata, ipotesi che minerebbe in radice il mandato del primo cittadino) si sarebbero consumati proprio in quei frangenti. A meno che non si tratti di vicende risalenti a tempi ancora antecedenti (2015-2016? L’avvocato non cita questi anni, quindi dovremmo escluderlo), quando i file audio di WhatsApp non erano così largamente utilizzati come oggi. Tutto può essere, certo. Si capirà in seguito. Forse. Il sindaco Servalli e l’avvocato Conte, in ogni caso, sanno che un atto giudiziario può esistere indipendentemente dalla sua notifica al destinatario ma, soprattutto, che una precisazione/smentita rappresenta una notizia diffusa due volte.
Ci conforta, infine, la “…fiducia nell’operato della magistratura eccetera eccetera…”. (pierre)





