«A più di un mese dalla notizia del divieto di dimora per il dottore Coscioni, disposta dal Gip del Tribunale di Salerno per avere continuato a frequentare il Ruggi, nonostante la precedente misura interdittiva dal divieto di esercizio della professione medica, la Direzione Strategica non si è mai espressa sull’argomento, almeno per condannare la condotta del dottore Coscioni, senza per questo interferire con l’inchiesta giudiziaria in corso. Se proprio non si sono volute considerare la dimissioni, una presa di distanza sarebbe stata utile (e ancora la aspettiamo) a capire gli orientamenti della Direzione rispetto a fatti di inaudita gravità. E invece il silenzio regna sovrano! È diritto di ciascun dipendente e anche dei cittadini conoscere la linea di pensiero di chi amministra l’Azienda Ospedaliera di Salerno e provincia!». A parlare così Silvana Annunziata, dirigente sindacale Fisi che interviene nuovamente – e duramente – sul caso Coscioni, chiedendo alla direzione generale di prendere una posizione chiara e decisa sulla vicenda del cardiochirurgo. «Intanto, come dirigente sindacale FISI, da anni provo a portare all’attenzione di questa direzione, problemi organizzativi e gestionali di ogni ordine e grado. Tralasciando le richieste e le denunce fatte in passato, attualmente ricevo un’attenzione più solerte con riunioni ad hoc organizzate a breve, cui, tuttavia, non fa seguito in tempi altrettanto rapidi una serie di provvedimenti promessi verbalmente, ma non trasmessi per iscritto, che modifichino lo stato delle cose. Rimane così in sospeso per tempi biblici la “semplice” domanda se si può o meno eseguire una certa pratica in ambulatorio, nel caso se ne ravvisi la necessità per un paziente, o conoscere le mansioni di un infermiere, senza l’aiuto del quale è praticamente impossibile espletare l’attività ambulatoriale nelle sei ore dedicate. Si tratta, ovviamente, di problemi di ordinaria amministrazione, che, tuttavia, tra veti, divieti, comunicazioni incomplete e rifiuti spesso ingiustificati, rendono straordinaria, lenta e difficile l’attività assistenziale – ha aggiunto la dottoressa Annunziata – I silenzi e le mancate risposte, in questi anni, hanno prodotto una condizione organizzativa decisamente carente, per alcuni settori del Ruggi. Le conseguenze sono “soprattutto” a carico dei pazienti più fragili dal punto di vista economico e familiare, oltre che di molti operatori sanitari che desiderano fortemente lavorare, offrendo un servizio di buon livello ai tanti pazienti che ne usufruiscono. Le cose possono migliorare. Le risorse umane e tecniche ci sono per ottenere un salto di qualità. Così come bisogna avere il coraggio di scelte che favoriscano i migliori elementi professionali a tutti i livelli! Auspichiamo un atteggiamento più cooperativo e trasparente della Direzione del Ruggi che affronti e risolva nel più “breve tempo possibile” quanto posto alla sua attenzione dalla Fisi, nella persona della sottoscritta. Ma l’auspicio, ovviamente, vale per tutti i problemi organizzativi e gestionali, che possono beneficiare di un cambio di passo con interventi e azioni migliorative, che rendano più fluida e trasparente l’attività amministrativa e assistenziale».
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