di Andrea Pellegrino
Lorenzo Guerini manda gli ambasciatori a Vincenzo De Luca. Ieri, in occasione dell’inaugurazione del comitato elettorale a Napoli (via Duomo), il sindaco di Salerno avrebbe incassato il messaggio del numero due del Pd nazionale. A comunicarglielo Mario Casillo e Teresa Armato che, per conto di Guerini, hanno comunicato delle volontà dei vertici nazionali, dopo gli incontri che si sono susseguiti domenica pomeriggio a Roma. “Primarie da rinviare”, insomma il messaggio recapitato a De Luca che conferma lo stato di “congelamento” imposto dal vicesegretario nazionale democrat. Entro fine anno, quindi 29 o al massimo 30 dicembre, si riunirà anche la direzione regionale, sempre alla presenza di Guerini, per sancire che l’11 gennaio che primarie non si terranno. Forse uno slittamento “sine dine”, o addirittura, considerato il percorso politico intrapreso a Roma, un annullamento definitivo. Ma questo sarà ufficiale solo quando si troverà l’uomo giusto che farà sintesi tra le anime del Pd e riuscirà anche a trascinare i moderati dell’Area Popolare. Una “missione impossibile” per superare gli attuali candidati alle primarie. Le motivazioni ufficiali sarebbero due: lo slittamento delle elezioni regionali a maggio (che si terranno insieme a quelle amministrative) e la mancata organizzazione delle primarie da parte della segretaria regionale Assunta Tartaglione. La motivazione ufficiosa sempre la stessa: trovare il candidato unitario e riporre nel cassetto le primarie. Per De Luca, in serata più morbido rispetto alle dichiarazioni rilasciate in mattinata: «Le scadenze vanno rispettate, così come gli impegni assunti». Con lui a Napoli, anche Nello Mastursi e l’assessore al bilancio Alfonso Buonaiuto. In mattinata Vincenzo De Luca sul caso primarie non aveva risparmiato dure accuse ai dirigenti nazionali. «Il Pd – ha detto il sindaco – si sta coprendo di ridicolo. Quello che sta accadendo ha dell’incredibile». De Luca, infatti spiega: «Le primarie sono una forma innovativa per dar voce ai cittadini». Quanto all’ipotesi di un terzo uomo calato dall’alto, secondo il primo cittadino, è «un’imbecillità messa in piedi ad arte perché si ha paura proprio di dar voce ai cittadini. Per antonomasia le primarie sono un confronto tra più avversari, come è avvenuto tra Renzi e Bersani».