di Arturo Calabrese
È un progetto molto importante quello che la diocesi di Vallo della Lucania, oggi guidata dal vescovo Vincenzo Calvosa, vuole mettere in campo in quel di Capaccio Paestum. Un primo passo è già stato avviato e cioè con la richiesta di permesso a costruire per la realizzazione del “nuovo complesso parrocchiale San Vito”.
Il consiglio comunale, con l’allora sindaco oggi sospeso Franco Alfieri perché costretto ai domiciliari, approva una variante al piano regolatore affinché ciò potesse avvenire. Sono due le delibere, una del 24 aprile e una del 19 settembre quindi due diversi consigli comunali essendo essi divisi dalle elezioni dell’8 e del 9 di giugno. Questo complesso dovrebbe sorgere sui ruderi dell’attuale parrocchia, che dovrebbe essere abbattuta, e su parte del parco denominato “la Collinetta”. La struttura, quindi, dovrà essere ampliata ai danni della natura, dell’ambiente, del polmone verde nel centro cittadino di Capaccio Scalo. Dovranno essere abbattuti diversi alberi dei centocinquanta che sorgono in un ettaro circa di superficie e dovranno essere sfrattati bambini, famiglie, giovani. La Collinetta, al netto di recenti attività, è il luogo di ritrovo per tutti i capaccesi di qualsiasi età essi siano, ma anche un punto di integrazione.
Nelle idee dalla diocesi c’è l’abbattimento, come detto, e una struttura ex novo molto più grande di quella esistente che comprende un palazzo canonico con saloni, servizi e ben sedici aule catechistiche. La questione è attualmente all’attenzione della Guardia di Finanza che ha ascoltato il già sindaco e parlamentare di Capaccio Paestum Gaetano Fasolino.
«Nessuno vuole impedire la costruzione di questo complesso – dice – ma qui si vuole semplicemente difendere il parco pubblico. Qui sono cresciute generazioni di capaccesi. Oltre all’impossibilità di edificare in quest’area essendo essa in zona A2 – continua – oltre alla presenza di quegli alberi, oltre al vincolo, per Capaccio Paestum la Collinetta rappresenta un valore affettivo. Un progetto simile, che è sicuramente impegnativo, può essere reso reale altrove, in altre zone della città dove, ad esempio, non è necessario tagliare alberi secolari, dove non è necessario asfaltare l’erba, dove non è necessario cancellare la storia».
Di questo argomento ne ha parlato anche il consigliere di minoranza Emanuele Sica in uno degli ultimi consigli comunali quando ancora era presente il sindaco, poi arrestato il 3 di ottobre. Sica ha parlato della relazione della Guardia di Finanza, mandando su tutte le furie l’allora sindaco Alfieri che ha anche annunciato approfondimenti sulla questione. Approfondimenti che, per ovvi motivi, non ci sono stati.
L’attenzione sulla vicenda è adesso molto alta, anche perché si è attivata la Procura della Repubblica. Il consiglio comunale è sato ritenuto colpevole di danno erariale seppur non sia stata ancora emessa decisione alcuna. La vicenda promette di arricchirsi di nuovi capitoli dato che gli interessi sono di certo tanto e la popolazione solo adesso sta riuscendo a capire che potrebbe perdere una parte della sua storia.