La pista dell’atto intimidatorio si fa sempre più consistente. È quanto emergerebbe da ambienti vicini agli inquirenti che stanno indagando sul fatto di Capaccio Paestum. Nella
notte tra domenica e lunedì, nella centralissima Via della Repubblica, un ordigno è esploso davanti ad un’attività commerciale, una rivendita florovivaistica, danneggiandola. Un boato che ha fatto svegliare di soprassalto i residenti della zona e che è stato udito anche a non poca distanza. L’ordigno esploso, dopo i rilievi delle forze dell’ordine, è stato individuato come una bomba carta di genesi artigianale così come l’innesco.
I carabinieri, appartenenti alla locale locale stazione e rispondenti al capitano della caserma di Agropoli Fabiola Garello, sopraggiunti celermente sul posto hanno trovato i resti dell’esplosivo e lo hanno subito etichettato come elemento non di fabbricazione industriale, un qualcosa che fa puntare l’attenzione su un atto di intimidazione ai danni dei proprietari dell’esercizio. Sul posto sono intervenuti i carabinieri dell’Aliquota Radiomobile di Agropoli, supportati dai colleghi dei Nuclei Artificieri, Cinofili e della Scientifica di Salerno, i quali hanno eseguito tutti i rilievi del caso.
Gli stessi proprietari, ascoltati dagli uomini dell’Arma, negano di aver avuto in precedenza minacce o episodi che potrebbero ricondurre all’accadimento della notte. In ogni caso, è stata sporta regolare denuncia contro ignoti. La Procura della Repubblica di Salerno ha ovviamente aperto un fascicolo e adesso si dovrà far luce sull’accaduto. Molto utili potranno essere le registrazioni dei sistemi di videosorveglianza presenti sul territorio grazie alle quali si potrà ricostruire quanto successo nei minuti precedenti all’esplosione e individuare la figura che ha posizionato l’ordigno e provocato l’esplosione.