Abbiamo incontrato l’attore napoletano dopo la “premier” della Vedova Allegra che segna la ripresa del cartellone lirico del teatro Verdi di Salerno
di Luca Gaeta
In questi giorni sta andando in scena, qui a Salerno, La Vedova allegra di Franz Lehár. Fra i protagonisti di questa produzione, lei darà voce al personaggio di Njegus, l’esilarante impiegato di cancelleria dell’armata pontevedrina, che grazie alle sue astuzie ed ad alla sua praticità riesce sempre a gestire gli eventi e prevenire gli “incidenti” diplomatici. Ci parla del suo personaggio e di questa messinscena?
Interpretare Njegus è estremamente stimolante. Questo personaggio, dall’apparente semplicità, legata alla sua verve, all’ironia, alla sua vitalità, abbisogna in realtà di un lavoro attento, capace di conferire i tratti di cui parlavamo in precedenza, ma di saperli miscelare in quel clima di eleganza che a mio parere contraddistingue questo titolo. Per ovvi motivi, legati all’emergenza che stiamo vivendo, lo spettacolo è stato ripensato per uno spazio all’aperto, il Teatro Ghirelli. Se da un lato proporre uno spettacolo di questo genere in uno spazio all’aperto pone delle difficoltà maggiori, per gli interpreti, per l’orchestra e le diverse maestranze, a discapito anche degli effetti sonori e scenici, che in teatro ritrovano la loro naturale collocazione, dall’altro lato rappresenta, in questo momento particolare, un segnale importante di ripartenza, di ritorno (se pur in modo parziale e con le giuste precauzioni) alla normalità. Proprio per questo ringrazio la direzione artistica del Teatro Municipale di Salerno, in particolar modo il Maestro Daniel Oren e il Maestro Antonio Marzullo. In questa produzione ritrovo con piacere anche diversi giovani interpreti che presero parte all’edizione del 2019, sempre al Teatro Verdi, de La Vedova allegra, in quell’occasione pensata per i talenti provenienti dal Conservatorio di Musica – Martucci di Salerno.
Come ha vissuto la quarantena?
Dopo la notizia della chiusura delle scuole, ho percepito subito la complessità e la gravità di quello stava succedendo e quasi in modo istintivo, con la mia famiglia, ho deciso immediatamente di spostarmi a Sabaudia, in una casa di famiglia. Qui ho trascorso tutti i mesi della quarantena, alternando interviste, a prove, realizzate grazie alla tecnologia con i diversi musicisti che collaborano ai miei spettacoli e poi ho dato spazio alla creatività, pensando e cominciando a scrivere uno spettacolo, del quale non ne parlo ancora, legato alla biografia di un grande artista. Colgo l’occasione per ringraziare l’Istituto IMAIE, che nei mesi di chiusura ha garantito il sostegno per i suoi iscritti, oltre a tutelare i diritti degli artisti interpreti ed esecutori.
Quali saranno i prossimi impegni?
La Vedova allegra qui a Salerno è il mio primo spettacolo post lockdown. Poi ci sarà la ripresa dello spettacolo Cyrano, il celebre musical di Riccardo Pazzaglia, con le musiche di Domenico Modugno, portato in scena dopo quarant’anni di assenza, che ha debuttato a Napoli, all’Augusteo l’anno scorso e poi la ripresa di alcuni mie spettacoli musicali.