di Erika Noschese
«Una bomba ecologica in tutta la regione», a causa della presenza di circa 250mila tonnellate di rifiuti. Il leader del Nuovo Psi, Stefano Caldoro scrive al ministro degli Interni Matteo Salvini per provare a fare chiarezza sulla vicenda termovalorizzatori. «Caro Matteo Salvini, giustamente ti domandi come mai, negli ultimi dieci anni, non sono stati costruiti i nuovi termovalorizzatori in Campania, impianti previsti nella programmazione nazionale e regionale», scrive l’ex presidente della Regione Campania e attuale capo dell’opposizione a Palazzo Santa Lucia che non risparmi accuse a De Luca. «Nessun mistero – aggiunge Caldoro, parlando di osservazioni legittime – La verità è nelle carte». Secondo Caldoro, infatti, la Regione da lui presieduta dal 2010 al 2015 avrebbe dato corso alla costruzione dei termo, localizzando e destinando le aree, avviando le procedure di progettazione e di gara e definendo le copertura di spesa. «Il primo progetto, previsto nel territorio della città di Salerno, in capo al sindaco commissario e successivamente affidato alla Provincia di Salerno, concluse l’iter con l’avvio dell’aggiudicazione definitiva – spiega ancora il leader del Nuovo Psi – Il secondo progetto, previsto nel Comune di Napoli, ha concluso la fase di dialogo competitivo con la disponibilità a realizzare l’impianto da parte dell’ impresa A2a, gestore del termovalorizzatore di Acerra». Stando a quanto Caldoro scrive al ministro degli Interni, entrambi i progetti, arrivati alla fase finale, sarebbero stati bloccati dall’opposizione dell’allora sindaco di Salerno De Luca che avrebbe cambiato la destinazione del suolo per altre attività con una variante urbanistica e dopo avere esaltato l’importanza del termo. Responsabilità addossate anche al primo cittadino di Napoli, Luigi De Magistris che avrebbe minacciato azioni di blocchi autorizzativi per l’accesso del trasporto rifiuti verso l’impianto in costruzione. «Nel primo caso si è di fatto annullata la gara, nel secondo caso l’azienda disponibile a realizzare l’impianto ha formalizzato il ritiro perché impossibilitata a investire proprie risorse, in progetto di finanza, contro la volontà del Sindaco di Napoli – sostiene il capo dell’opposizione alla Regione Campania – Questa è la verità dei fatti e delle responsabilità della mancata realizzazione dei due Temovalorizzatori previsti dal mio Piano Regionale, elaborato con l’assessore Giovanni Romano, d’intesa con il Governo (che ricordo ebbe la valutazione positiva del Generale Costa allora capo della Forestale)». Ma, aggiunge «con il niet dei due sindaci non c’erano né leggi né atti da opporre, la Regione non aveva, a differenza dell’epoca Bassolino, poteri commissariali». Da questo rifiuto, la grave crisi che si sta verificando oggi, tamponata negli anni precedenti «perché abbiamo portato la differenziata dal 28% del 2009 al 49,4 del 2015 e gestito con intelligenza i flussi – perché si ripetono veti ed errori e non si decide nulla». Stefano Caldoro avrebbe dunque chiesto al governo lo stato di emergenza rifiuti in Campania. «Abbiamo nella Regione una bomba ecologica: più di 250.000 tonnellate di rifiuti, oggetto di frequenti e pericolosi incendi, accumulati nei depositi degli impianti pubblici e in decine di piattaforme private con costi altissimi: discariche a cielo aperto nocive alla salute dei cittadini. Una quantità di rifiuto maggiore di quella che giaceva per le strade all’epoca della emergenza ai tempi di Bassolino», dice infine Caldoro.