
di Erika Noschese
Poche parole, qualche aggiustatura qua e là per rendere la lettura più agevole, alcuni vocaboli sottolineati per dare più enfasi al significato scritto e non scritto della sua lettera. Appare così, in poco meno di venti righe scritte su un foglio totalmente bianco, la lettera che Fabio Cagnazzo, il colonnello dei Carabinieri arrestato per l’omicidio di Angelo Vassallo. Indirizzata a Mino, un suo amico, la lettera sembra riuscire a descrivere lo stato d’animo del colonnello Cagnazzo, attualmente in carcere insieme a un altro suo collega carabiniere, Lazzaro Cioffi, poiché entrambi avrebbero fatto parte di un’associazione dedita allo spaccio di droga ad Acciaroli. Secondo la Procura, una volta scoperta l’associazione da parte del sindaco Vassallo, il Cagnazzo avrebbe aiutato a depistare le indagini successive all’omicidio del sindaco sin dalla sera stessa in cui il fatto avvenne, facendo registrare un buco di 23 minuti dal momento in cui si allontanò dalla sua comitiva fino al ritorno dai suoi amici, al ristorante in cui era stato visto anche Angelo Vassallo fino a pochi minuti prima. “Stai tranquillo sto bene – si legge nella lettera – se non fosse per i miei motivi di salute, sarebbe stato tutto una passeggiata anche perché la mia coscienza non è compromessa”. Una frase importante, in una lettera che necessita di una certa analisi per poter capirne al meglio il significato. Ci sono parole messe tra virgolette, due per la precisione: “amore”, quando descrive le parole lette nelle lettere ricevute dal suo amico Mino, e “voi” che appare scritto quasi in maiuscolo per sottolineare l’importanza di persone che potrebbero, forse, fornire supporto anche dal punto di vista testimoniale per favorire la scarcerazione di Cagnazzo? Ci sono poi diverse parole sottolineate. Alcune con due righe alcune con tre, la parola “sempre” sottolineata con più righe e rimarcata con punti esclamativi. E poi ci sono le parole chiave, quelle più importanti di tutta la lettera, che danno l’idea del tipo di messaggio che il Cagnazzo vorrebbe far arrivare non soltanto al destinatario, ma anche a tutti i suoi cari: queste sono sottolineate soltanto una volta, con una linea netta e inequivocabile. “Non è compromessa”, sottolineato nettamente con una sola linea per rimarcare la serietà del messaggio lanciato, a quanto parrebbe, confermato dalla stessa volontà di stile di scrittura che si legge alla fine della lettera, quando il Cagnazzo scrive “Sostenete Donatella”. C’è un’alta parola sottolineate soltanto una volta: quel “voi” scritto quasi in stampatello, messo tra virgolette, che si riferisce a un gruppo di persone: quelle che erano con lui al ristorante? Altri colleghi? Altre persone? Ci sono due parole che risultano essere le più sottolineate: si tratta della stessa parola inserita in due frasi differenti, una seguita da tre punti interrogativi ma sottolineata quasi nervosamente, più volte, e un’altra scritta in stampatello e sottolineata con un certo ordine: la parola è “sempre”. E ancora una volta, il “voi” quasi in maiuscolo appare coinvolto: “mi rende sereno – si legge – il fatto di sapere che ci siete “voi” i miei amici (sottolineato tre volte) di sempre!!!” Evidenziare l’importanza del “sempre” e della parola “amici” potrebbe aiutare a comprendere che si tratti di un messaggio finalizzato a rimarcare la necessità di non abbandonare un lavoratore, ma soprattutto, anzitutto un uomo. Proprio la parola “uomo” è l’ultima ad essere sottolineata, stavolta due volte, con una lettera u che pare quasi maiuscola, a dare man forte a quel “sempre” scritto in maiuscolo (unica parola, a parte il voi che sembra scritto quasi in maiuscolo ma non è chiaro se lo sia davvero, mentre il “sempre” è inequivocabilmente scritto in stampatello): “Certo non mi aspettavo questa ingiustizia – si legge nella lettera –, non mi aspettavo tanto accanimento giudiziario verso di me che sono stato sempre un Uomo al servizio della gente”. Non sono sottolineati, né tra virgolette, ma sono pur sempre nomi e quindi potrebbero avere un significato particolare: sono i nomi messi in elenco, eccezion fatta per la sola Donatella di cui alla sottolineatura precedentemente descritta, che corrispondono a Francesco, Marialina, Ninì, Maurizio, Gennaro “e tutti gli altri”. Nomi a caso? Nomi precisi? Infine, un paio di tocchi di leggerezza: una faccina sorridente disegnata accanto alla parola “vecchiarello”, indirizzata al Mino destinatario principale della lettera per provare ad alleggerire il contenuto della lettera e un T.V.B. a chiudere, preceduto da “Tuo Fabio”. Il lavoro per i grafologi non mancherà.