di Carmine Landi
(da “Le Cronache” di venerdì 11 Settembre)
BATTIPAGLIA. La Btp Tecno torna al Mise.
Nella mattinata di ieri, all’interno degli stanzoni capitolini, s’è tenuto un importante incontro in cui s’è discusso sull’eventuale futuro dell’azienda fallita.
Oltre alle RSU aziendali – erano presenti Fiorenzo Veneri e Paola Trimarchi per la Fiom Cgil e Sergio Galluzzo per la Fim Cisl – e alle organizzazioni sindacali provinciali e nazionali, hanno preso parte all’incontro il responsabile dell’UGV (Unità per la Gestione delle Vertenze delle imprese in crisi) del Ministero dello Sviluppo Economico, Giampiero Castano, e l’assessore alle attività produttive della Regione Campania, Amedeo Lepore.
I sindacalisti della Btp, che da sempre si ritrovano al tavolo delle trattative in compagnia dei funzionari regionali, hanno accolto con sommo stupore la presenza di un assessore regionale. E da un bel po’ di tempo Lepore dimostra un certo interesse per l’azienda battipagliese.
Proprio ieri, d’altronde, l’assessore ha spiegato alle RSU di essersi messo alla ricerca di uno o più imprenditori intenzionati a rilevare la gloriosa impresa battipagliese. Come già anticipato tra le pagine di questo quotidiano, tuttavia, il dem spinge affinché i Btp decidano di continuare a operare nel campo delle riparazioni delle schede elettroniche, abbandonando ogni proposito di start-up dedita ai RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). Rimanere nel medesimo campo, infatti, eviterebbe l’acquisto di nuovi macchinari e consentirebbe alla Btp di non perdere quel thesaurus di contatti e di relazioni creatosi nel corso degli anni. Inoltre la Regione Campania s’è messa al lavoro per poter accedere a quel fondo ministeriale da 800 milioni di euro a beneficio di solide progettualità elaborate in seno ad aziende che riversano in condizioni di criticità.
Capitolo cassa integrazione. Con l’ausilio della CFI (Compagnia Finanziaria Italiana), le maestranze potrebbero accedere alla Cigs concorsuale grazie alla legge Marcora. Andrebbe, tuttavia, creata una cooperativa, che al momento non è stata ancora istituita. Molto, dipende dalla curatela fallimentare, che dovrebbe ritirare la procedura di licenziamento collettivo, e dal Ministero del Lavoro: a stretto giro di posta, i Btp, grazie all’ausilio del Mise, dovrebbero accedere all’interno del dicastero presieduto da Giuliano Poletti per trattare la spinosa quaestio. E per provare a ripartire. Di nuovo.
(da “Le Cronache” di sabato 12 Settembre)
BATTIPAGLIA. Btp Tecno: dieci giorni per continuare a sperare.
È il verdetto venuto fuori dall’incontro tra la curatela fallimentare, le organizzazioni sindacali e le RSU aziendali.
Alla fine alle 90 maestranze è stata concessa una prorogatio di dieci giorni: in pratica, sono stati prolungati i termini previsti dalla legge per la procedura di licenziamento collettivo, sì da poter agevolare la Btp Tecno nel disperato tentativo di riuscire a beneficiare della Cigs (Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria) concorsuale.
All’incontro erano presenti i curatori fallimentari, Andrea Bassi e Bruno Borziani, assistiti da Luigi Schenone, consulente del lavoro, i provinciali della Fiom Cgil, Matteo Buonagiunto, e della Fim Cisl, Vincenzo Ferrara e Giuseppe Pepe, e le RSU aziendali, ossia Sergio Galluzzo, Fiorenzo Veneri, Paola Trimarchi e Giacomo Ielpo.
Il nodo più grande, al momento, resta la costituzione di una cooperativa. I lavoratori dell’azienda di via Bosco I, infatti, non hanno ancora provveduto a mettere in piedi la società, senza la quale sarebbe impensabile pensare di poter godere della cassa integrazione concorsuale. L’istituto, in effetti, può esser concesso dal Ministero del Lavoro soltanto in caso di sussistenza di fondate prospettive di continuazione o di ripresa dell’attività.
Il dicastero timonato da Giuliano Poletti, inoltre, deve comunque ricevere il placet dalla curatela fallimentare.
La cooperativa, ad ogni modo, non è stata ancora istituita per via di profonde divergenze tra i lavoratori: c’è chi, su sprone della Regione Campania nella persona dell’assessore alle attività produttive, Amedeo Lepore, vuol continuare a operare nel settore delle riparazioni di schede elettroniche e chi, al contrario, è intenzionato a lanciarsi nel campo dei RAEE (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche).
Quel che è certo è che i lavoratori dovranno fare un vero e proprio salto nel vuoto mercoledì prossimo, quando s’incontreranno in assemblea per sottoscrivere il verbale di manleva, esonerando la curatela, e dunque il Tribunale di Genova, da qualsiasi pretesa patrimoniale.
Una mossa che pare quasi un azzardo, ma che è di vitale importanza per poter andare avanti con la nuova società, magari timonata dagli imprenditori sondati da Lepore, beneficiando, nel frattempo, della Cigs. La Regione, ad ogni modo, dovrà darsi da fare per poter attingere a quel tesoretto da 800 milioni che il Ministero dello Sviluppo Economico ha messo a disposizione delle aziende in crisi. E chi non risica non rosica.