di Michele Brigante
In questa settimana ho avuto occasione di leggere alcuni commenti sulla delibera di Consiglio Comunale del 29 settembre scorso, riguardante aspetti urbanistici introdotti dalla recente legge regionale n.13 del 10 agosto. Legge che riguarda tutti i 550 comuni della Campania ed è in vigore. Pertanto qualsiasi cittadino della Campania può produrre atti tecnici riguardanti i propri immobili, nel rispetto della citata legge.
Ciascuno di noi questa legge può condividerla o non; essa può piacere o non. E molteplici possono essere le tematiche che, a valle del suo esame, possono emergere. Tuttavia, nel ruolo che attualmente rivesto, di concerto con l’Amministrazione e gli Uffici, è parso doveroso un esame di Consiglio Comunale. Perche?
Per la semplice ragione che, diversamente, ci sarebbe stato un vuoto, dal momento che la citata legge regionale fissa il termine (per i Comuni) del 31 dicembre 2023 per il recepimento – nei propri piani urbanistici – delle semplificazioni procedurali e tecniche introdotti negli articoli 2 e 3 della Legge. Ed in questo intervallo, naturalmente, sarebbe stato possibile e verosimile produrre progetti – magari – rispettosi della citata legge regionale ed in possibile contrasto gli strumenti urbanistici locali. Con quale effetto? Confusione e facili contenziosi.
Perciò, alla luce del del comma 5 dell’art. 4 della legge regionale che recita “le amministrazioni comunali individuano, con delibere di consiglio comunale, le aree e gli edifici dove non sono consentiti gli interventi volumetrici di cui al comma 4”.
Orbene, la delibera del Consiglio del 29 settembre amplia l’elenco previsto dalla legge regionale (comma 6) dei casi per i quali la legge non si applica. E’ stato esplicitato bene un ulteriore elenco di casi per i quali il Comune di Salerno ha ritenuto di “non consentire” il riconoscimento degli incentivi volumetrici. Quindi è una delibera in restrizione, che limita e non concede.
Tutto è, naturalmente, perfettibile ed infatti è all’attenzione sia un monitoraggio della legge regionale, sia la valutazione di possibili ulteriori atti di Consiglio che, laddove necessari, possono essere prodotti, anche alla luce delle proposte che dovessero emergere. E questo è stato ampiamente e chiaramente riferito al Consiglio Comunale.
L’amministrazione comunale di Salerno ed il Consiglio, quindi, hanno ritenuto, per quanto prima detto, di emettere un atto, piuttosto che non farlo; hanno preferito esprimersi, in alternativa a una silenziosa (e comoda?) attesa del decorso del periodo transitorio.
Altro si potrebbe aggiungere, ma credo che per onestà intellettuale ed oggettiva analisi delle circostanze l’argomento debba essere inquadrato bene nel suo oggettivo confine. In conclusione non ci sono stravolgimenti urbanistici.