Di Erika Noschese
Quando si parla di diritti umani non si può non citare l’onorevole Laura Boldrini. E proprio l’ex presidente della
Camera ieri è stata a Salerno per ritirare il premio Apollo Mediterraneo, nell’ambito del Pride Salerno, in occasione dei 50 anni dei Moti di Stonewall. Il comitato Arcigay Salerno, presieduto da Francesco Napoli nei giorni scorsi ha infatti inaugurato – presso il museo diocesano – la mostra concorso Apollo Mediterraneo, ideata e curata dal salernitano Fedele Di Nunno con l’obiettivo di valorizzare la Testa di Apollo presente presso il Museo Archeologico Provinciale e simbolo del Salerno Pride. E proprio l’onorevole Boldrini spicca tra i vincitori per essersi distinta, nel corso del tempo e di questo anno, per la tutela dei diritti civili, dei
diritti umani, delle uguaglianze, dell’accoglienza e della solidarietà. «Oggi il tempo che viviamo è quello dell’odio, la politica dell’odio e l’odio della politica. La politica dell’odio ha bisogno del capro espiatorio contro questo nemico, uno al giorno, perché qualsiasi forma di diversità viene considerata come qualcosa da eliminare – ha dichiarato la Boldrini dopo aver ritirato il premio –
Oggi più che mai bisogna combattere, bisogna combattere per il rispetto di tutti; oggi più che mai non bisogna
indietreggiare: le grandi conquiste sociali nascono sempre dal difficile e oggi, per quanto riguarda i diritti, ci troviamo di fronte ai 50 anni di Stonewall quando ci fu a New York un’irruzione pesante
delle forze dell’ordine che cominciarono ad arrestare e le persone non accettavano più di essere solo perché vo-
levano manifestare il loro amore verso persone dello stesso sesso». Per l’onorevole di Liberi e Uguali, in 50 anni di strada ne è stata fatta anche grazie ai Pride, «un fiume in piena per centinaia
di migliaia di persone che vogliono stare vicino alla comunità Lgbtq per una questione di civiltà, di consapevolezza perché dare diritti a chi non ne ha non li toglie». E non possono mancare attacchi in virtù dei vari episodi omofobici che ancora oggi si verificano. «Sono orgogliosa e onorata di ricevere un premio per l’azione di sostegno per i diritti di tutti e di tutte, sono molto grata
per questo premio che ci ricorda la diversità. Sempre dalla parte di chi non ha ancora l’affermazione di tutti. Agli omofobici e a quelli che vogliono riportarci indietro “fatevene una ragione ma voi non ci riuscirete, preoccupatevi dei problemi degli italiani che è arrivato il momento”». E non può mancare un passaggio sulla vicenda Sea Watch che nei giorni scorsi ha visto l’arresto della capitana Carola Rackete che ancora una volta ha spaccato l’Italia. «Mi batto per i diritti da sempre, non solo da quando esiste il ministro Salvini con le due posizioni. Mi batto per i diritti da quando lui faceva politica e inciuciava a Milano agli inizi degli anni ’90 io portavo gli aiuti nell’ex Jugoslavia alle persone che ne avevano bisogno. Sui diritti io qualcosa ho da dire», ha infatti detto l’ex presidente della Camera che non ha risparmiato accuse all’attuale ministro degli Interni nonché leader della Lega Matteo Salvini e il “suo” decreto sicurezza bis: «I suoi decreti sono un affronto alla nostra costituzione e ai principi da essa stabiliti: diritto all’uguaglianza, all’asilo e penso che se una persona salva vite umane va ringraziata. Di solito danno dei premi a chi salva vite umane oggi invece
abbiamo un decreto che arriva a rischiare il carcere. Vorrei far presente che nel nostro ordinamento giuridico
esiste un reato, l’omissione di soccorso; io credo che le Ong facciano un lavoro eccezionale, suppliscono alle carenze dello Stato, salvano vite umane e dobbiamo essere loro riconoscenti». Per Laura Boldrini, il decreto sicurezza è incompatibile con le convenzioni internazionali, con la convenzione di Amburgo sul soccorso in mare, con la convenzione di Ginevra del 1951 e soprattutto «il decreto sicurezza bis non
rispetta gli impegni precedentemente presi dall’Italia in ambito internazionale. Le convenzioni internazionali vengono prima delle norme imposte da uno Stato a meno che lo Stato non decida di tirarsi fuori da quella convenzione ma l’Italia non lo ha fatto. Noi saremo sempre e comunque dalla parte dell’umanità così come tanta altra parte di questo Paese». L’onorevole ha guardato con ammirazione alla grande mobilitazione messa in piedi per Carola e, dice, «spero che la magistratura faccia chiarezza e si ristabilisca l’ordine delle cose che mette sempre al primo posto la salvezza delle persone in pericolo. C’è uno stato di necessità che nel nostro ordinamento ancora esiste».