Benedetta Scuderi (Alleanza Verdi Sinistra): «Candidata in Europa, Cilento nel cuore» - Le Cronache
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Benedetta Scuderi (Alleanza Verdi Sinistra): «Candidata in Europa, Cilento nel cuore»

Benedetta Scuderi (Alleanza Verdi Sinistra): «Candidata in Europa, Cilento nel cuore»

di Arturo Calabrese

Agropolese di nascita, convintamente europea ed europeista, Benedetta Scuderi si candida nel collegio estero per l’Europa alla Camera con “Alleanza Verdi Sinistra”, nuova realtà politica nata in occasione delle elezioni 2022.

Europa Verdi e Sinistra Italiana, unendosi, hanno creato una terza via. Quali sono i valori e gli obiettivi di Alleanza Verdi Sinistra?

“AVS nasce per connettere quella che è la giustizia sociale con la giustizia climatica e ambientale. Le problematiche sociali e ambientali non sono infatti scollegate, ma sono assolutamente complementari. Noi vogliamo cambiare l’attuale paradigma socio-economico, per crearne uno più giusto ed equo, dove il benessere sociale non sia pagato in termini di risorse naturali e rispetti i limiti del pianeta, e dove le misure di mitigazione adattamento climatico, così come quelle di protezione e riparazione ambientale non vadano ad affliggere i gruppi di popolazione più vulnerabili, ma vengano sostenuti con un sforzo collettivo in cui chi ha di più dà di più e chi ha di meno dà di meno”.

Un partito ecologista e ambientalista oggi è molto coinvolto nella situazione europea e mondiale perché molto si parla di energia, di rincari e di riconversione. Quali sono i vostri punti di vista su energie alternative e nucleare?

“Noi riteniamo che la vera transizione ecologica sia quella che miri ad un sistema basato al 100% sulle energie rinnovabili. Chiediamo pertanto che siano immediatamente sbloccati i progetti per la creazione di parchi rinnovabili pari a 60 MW, che ci farebbero, altresì, rientrare nell’obiettivo del 32% di fabbisogno energetico ottenuto da rinnovabili entro il 2030, come richiesto dall’UE. Inoltre, noi ci prefiggiamo il raggiungimento dell’80% dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili entro il 2030 e il 100% entro il 2035. Per quanto riguarda il nucleare crediamo non sia una risposta all’imminente emergenza climatica, che ci richiede di agire in modo efficace nei prossimi 8 anni. Per costruire una centrale nucleare, infatti, ce ne vogliono almeno 15, senza considerare i possibili ritardi per la collocazione geografica ad esempio (ancora non siamo riusciti a trovare un sito per il deposito delle scorie, in più di 10 anni). Inoltre, riteniamo che non si possa basare il dibattito politico sulla fusione nucleare, che è una tecnologia non ancora esistente in termini commerciali, che sarà pronta tra forse 20 anni. Per poter parlare di strategia energetica in modo completo, deve però essere menzionato il tema dell’efficienza. Tramite l’efficientamento di edifici, industrie e infrastrutture, potremo risparmiare il 40% delle emissioni, proponiamo quindi la creazione di una strategia di efficientamento del Paese da mettere al centro, tra le altre cose, ai fondi da PNRR”.

Caro bollette: molte aziende rischiano di chiudere e tante famiglie sono in difficoltà. Cosa prevede il vostro programma in tal senso?

“Seppure riteniamo che si debba puntare ad una strategia energetica mirante all’indipendenza dal fossile, siamo consapevoli che questo non è realizzabile nel breve, o meglio brevissimo, periodo. Pertanto, per affrontare la crisi bollette che diventerà insostenibile con l’avvicinarsi dell’inverno, proponiamo: la tassazione al 100% degli extra profitti e l’apposizione di un tetto al prezzo del gas. Nel corso del 2021 e inizio del 2022 le compagnie energetiche, solo in Italia, hanno registrato 50 miliardi di profitti ulteriori rispetto a quelli che avrebbero normalmente registrato in condizioni normali. I c.d. extraprofitti sono dovuti alla speculazione dei mercati sul prezzo del gas che è il problema principale dei rincari delle bollette registrati nei precedenti mesi. Pertanto, riteniamo sia una questione di giustizia restituire la totalità di questi extraprofitti per supportare i cittadini e le cittadine che avranno difficoltà a sostenere i prezzi dell’energia nei prossimi mesi. Inoltre, chiediamo che l’UE attui una strategia di solidarietà a livello comunitario per far fronte a questa situazione emergenziale. In primo luogo, stabilendo un tetto al prezzo del gas deciso in modo equo dalle istituzioni europee. In secondo luogo, gestendo le risorse energetiche all’interno dell’Unione per far fronte alla domanda a livello comunitario”.

Lei è candidata alla Camera nel collegio estero. Perché questa scelta?

“Oltre ad aver vissuto per vari anni in diversi paesi in Europa, L’Europa è anche la mia casa politica in quanto Co-Portavoce dei Giovani Verdi a livello Europeo (Federation of Young European Greens). Questo ruolo mi permette e mi richiede di viaggiare costantemente in diverse parti del continente, per cui vengo a contatto con persone di ogni (italiane e non) che vivono in questi luoghi, comprendendo le differenze esistenti tra paesi, e le eccellenze così come criticità del nostro Paese: l’Italia. Il mio aver vissuto all’estero e il mio attuale vivere in constante movimento, mi hanno resa anche più consapevole delle problematiche che vivono gli italiani residenti all’estero, con le diverse specificità dei diversi Paesi. Per tutti questi motivi, io e il la lista AVS abbiamo ritenuto che la mia candidatura avrebbe trovato una casa perfetta all’interno del collegio Europa”.

 Ormai vive lontano dalla Sua città che è Agropoli, nel Cilento. Quali sono le emergenze di quel territorio?

“Il Cilento è il posto dove mi sentirò sempre a casa, è dove ho vissuto la mia infanzia e adolescenza e dove ho alcuni degli affetti più cari. Il Cilento è anche una terra bellissima, misteriosa, selvaggia. È il posto che sono orgogliosa di far visitare ai miei amici da tutto il mondo, rappresenta le mie radici ed è parte di quello che so e di quello che sono. Il Cilento è, però, anche una terra abbandonata da un’incuria politica che da troppi anni colpisce il nostro Sud. Durante questa campagna elettorale ho verificato le liste di residenti all’estero di vari comuni dell’area, per rendermi conto che ve ne sono molti in cui il numero di residenti all’estero supera quello di residenti effettivi nel comune. La depopolazione delle aree interne è un problema serissimo, che va affrontato in modo strutturato. Abbiamo bisogno di rivitalizzare la nostra economia, creare un tessuto socio-economico che vada oltre il mero turismo stagionale. Abbiamo una terra ricca di prodotti e bellezze naturali, che possiamo e dobbiamo promuovere, in modo sostenibile. Dobbiamo riuscire a creare attrattività lavorativa per i giovani che vogliono restare ma sono costretti ad andarsene e dobbiamo creare delle agevolazioni per chi sta lavorando per il miglioramento del territorio. Per fare questo abbiamo bisogno di un cambio di rotta, sia per quanto riguarda i politici a Roma che quelli in loco. Abbiamo bisogno di una politica che faccia gli interessi della collettività, una politica che utilizzi le risorse in modo trasparente e a favore dei cittadini. Dobbiamo far sì che trasparenza e legalità ritornino al centro del dibattito politico nei nostri territori per poter parlare di misure concrete, che non riguardano solo la rivitalizzazione del tessuto economico, ma anche la sanità – le strutture ospedaliere e di primo soccorso sono insufficienti e/o non funzionanti; le infrastrutture – migliorare la sicurezza delle strade, efficientare le infrastrutture idriche, aumentare e migliorare i depuratori, ecc.; le scuole – mettere in sicurezza gli edifici fatiscenti, creare più mense, laboratori, biblioteche, ecc.; i trasporti – i trasporti pubblici interni e intra-cittadini sono per lo più inesistenti e costringono all’uso dell’auto; e tanto altro”.

In alcuni programmi elettorali, si legge una riforma del rapporto tra Stato e Regioni, con una rivoluzione per quanto riguarda il Titolo Quinto e autonomia differenziata. Qual è la vostra posizione?

“Noi ci opponiamo all’autonomia differenziale in quanto la riteniamo una misura iniqua che non farà altro che aumentare le, già eccessivamente profonde, differenze che si registrano tra regioni. Abbiamo bisogno che il progresso del nostro Paese si basi sulla solidarietà, giustizia ed equità. Per parlare di progresso sostenibile dobbiamo parlare di divisione equa delle risorse, l’autonomia differenziale va in una direzione totalmente opposta. Dobbiamo ridurre le disuguaglianze territoriali, soprattutto tra sud e nord, per fare questo non possiamo negare che via sia la necessità di una allocazione di risorse specifiche per agevolare lo sviluppo sostenibile del meridione. Dobbiamo però far sì che queste risorse vengano utilizzate in modo efficiente ed efficace e che vi sia una totale trasparenza nei processi. Noi lotteremo sempre per avere un paese quanto più equo e giusto, per una distribuzione solidale delle risorse economiche e naturali”.