Andrea Pellegrino
«C’è una parte del gruppo dirigente salernitano che vuole coprire i propri limiti ricorrendo all’alone protettivo di Mara».
Gaetano Amatruda, vicecoordinatore provinciale di Forza Italia, descrive l’attuale aria che si respira in casa azzurra in vista degli appuntamenti elettorali, partendo dall’evento di sabato mattina e dal mancato invito all’ex governatore Stefano Caldoro. Amatruda, Forza Italia a Salerno. Caldoro assente perché non invitato. E’scontro?
«Non so chi abbia fatto gli inviti ma so che è stato un errore doppio non chiamare Caldoro. Si alimentano divisioni e si sbaglia sulla politica. Stefano ha sempre dimostrato attenzione a Salerno e non ha certo bisogno di inviti per essere centrale. Siamo noi che dobbiamo rivendicare un modello, un modello di serietà amministrativa e buongoverno. Soprattutto a Salerno, qui va rilanciato un modello di efficienza contro il sistema De Luca».
Il gruppo dirigente salernitano non digerisce la presenza di Martusciello. Invasioni di campo a Salerno
«Una lettura miope, strumentale. Fulvio e’ europarlamentare del Sud, fra i più attivi e presenti e non da oggi. Cura il suo collegio, tutti i parlamentari dovrebbero fare lo stesso. Ho sentito proposte utili per rilanciare il comparto delle ceramiche a Vietri, ho partecipato a riunioni per difendere le nostre eccellenze, i prodotti tipici. Penso alla battaglia per la filiera bufalina. Cose concrete».
Siete contro la Carfagna?
«Mara e’ una leader nazionale, una risorsa. Sbaglia chi la vuole rinchiudere in una dimensione di corrente . C’è parte del gruppo dirigente salernitano che vuole coprire i propri limiti ricorrendo all’alone protettivo di Mara. Un errore. Sono i peggiori nemici di Mara, quelli che la invocano per risolvere problemi locali».
Pace con tutti insomma?
«No, non con tutti. Siamo in guerra con il Sistema Salerno, contro quelli che lo alimentano e contro quelli, anche della nostra parte, che fanno finta di non vedere. Un sistema clientelare e violento. Va combattuto con più determinazione. Vincenzo De Luca e’ in fase calante, il suo crollo porterà dietro tutta la corte. Dobbiamo essere pronti, ad occupare spazi».
Quale il giudizio, allora, sulla riunione di sabato ? E cosa bisogna fare in questa fase?
«Tutti si aspettavo qualcosa in più. Ottima l’idea di chiamare i sindaci. Anche quelli che, in troppi, non volevano. Bisogna fare, però, molto lavoro, siamo indietro rispetto alle altre province. Manca la mobilitazione, siamo chiusi a riccio, c’è la tendenza a proteggere quel poco che c’è. E’necessario coinvolgere più persone, certe iniziative rischiano di essere controproducenti. L’effetto depressivo e’ dietro l’angolo. Siamo, sopratutto grazie a Berlusconi, in una nuova fase di rilancio. Ed allora abbiamo il dovere di aprirci, a tutti. Ai militanti, alla società civile, al mondo accademico. Bisogna parlare alla società».
Ma c’è stata la benedizione di Cesaro e De Siano però ..
«Il capogruppo regionale ed il coordinatore regionale ci sono quando è necessario rilanciare l’azione. Loro indicano un percorso, il modello degli Stati Generali. A Napoli, nel resto della Regione, questo fine settimana a Benevento ci siamo aperti alle imprese, all’Università, al mondo sanitario. Dobbiamo farlo anche a Salerno. Il sistema De Luca e’ in crisi e noi dobbiamo diventare interlocutori di mondi che prima non ci parlavano».
Come si fa?
«Abbandonando il politichese e le beghe interne. Rilanciando su idee concrete. Dobbiamo parlare agli Enti locali ed alle imprese rilanciando il modello dell’accelerazione della spesa. Un uso virtuoso dei fondi europei per dare risposte ai cittadini. Nelle prossime settimane dobbiamo strutturate la proposta del professore Salzano sulla rottamazione degli edifici storici, tornare sulla necessità di una legge obiettivo e di un commissario ad acta per la fascia Sud di Salerno. Nella città capoluogo, che ha le tasse più alte d’Italia, insistere con il nostro progetto di riduzione delle tasse».
Lei il vice di Fasano. Sarà il candidato di punta alla politiche, chiedete spazi come caldoriani?
«Non le decido io le candidature, non ho nessun peso in questa partita. Ma ha ragione Fasano: tutti devono essere disponibili al passo indietro. Si costruisce così. I caldoriani, consentimelo, non esistono. Stefano Caldoro propone un metodo perché si scelgano i migliori, nell’interesse di tutti. Chi lo conosce sa che non è uomo che ragiona con il bilancino, ne che gioca partite ad personam. Non protegge i suoi se non meritevoli , vuole che vinca la squadra». Il veto a Fasolino? «Non ci voglio credere ed e’ un errore non smentire voci così inconsistenti. Non ci sono partite personali. Sono certo sarà individuato un criterio per le elezioni politiche, non sarà guerra fra bande. Ed in ogni criterio sono certo Fasolino giocherà la sua partita è quello che ha raccolto più consenso di tutti, e’ un professionista di valore . E’ sempre stato alternativo al blocco deluchiano».