di Arturo Calabrese
Il problema degli asili nido ad Agropoli è stato risolto. Il Piano di Zona S8 con sede a Vallo della Lucania trasferirà i fondi ai comuni per tali servizi che saranno dunque gestiti direttamente dagli enti i quali li affideranno a partecipate o cooperative.
Fin da subito, il sindaco Roberto Antonio Mutalipassi ha messo in cima alla sua personale agenda tale attività, dimostrando anche una inedita forza. Il primo cittadino, solitamente molto mite sotto vari punti di vista e assente in caso di altre criticità agropolesi, ha più volte attaccato il Piano definendolo poco utile e auspicandone anche il commissariamento.
A partire dal prossimo martedì, gli asili cittadini dovrebbero riaprire. Mutalipassi, sempre lui, ha festeggiato venerdì sui social sia il suo genetliaco che il raggiungimento dell’obiettivo.
Anche il consigliere di minoranza di “Liberi e Forti” Raffaele Pesce dice la sua: «Sono stato sempre a disposizione dal primo momento, l’ho fatto per i bambini, per le famiglie e per gli operatori – le sue parole – ma ciò non toglie che vadano verificate tutte le responsabilità del difetto di programmazione che è emerso in ambito di coordinamento del piano di zona e di ufficio di Piano.
I problemi riguardano anche il nostro comune che fa parte del coordinamento. La situazione era ben conosciuta dato che le proroghe vanno avanti dal 2023, proroghe a mio parere illegittime.
Una situazione – aggiunge – da verificare tutta. Nell’ultimo consiglio aveva richiesto di convocare la commissione servizi sociali per prendere atto di quella che era la situazione perché avevo subodorato che ci fossero problemi imminenti e quindi c’è poco da festeggiare. A volte bisognerebbe semplicemente lavorare in silenzio. Il Piano di Zona S8 non è una entità astratta o comunque terza rispetto ai comuni che lo compongono.
L’autoattribuzione di meriti e medaglie, come vedo fare, mi sembra troppo, però. Si sbandiera la soluzione di un problema quantomeno conosciuto da tempo se non creato. Andrebbe fatta una valutazione seria delle ragioni che hanno portato alla sospensione del servizio, senza additare come responsabile il consigliere comunale che, a Vallo della Lucania, ha semplicemente chiesto il rispetto delle leggi.
Ragioni, ripeto, ben conosciute da tutti i componenti del Coordinamento del Piano di Zona, da tempo. Perché sono state effettuate continue proroghe, oggi riconosciute illegittime?
Non c’è stata una valida programmazione. La proposta della creazione di una azienda per la gestione dei servizi fu accantonata. La situazione debitoria dei comuni non è ben chiara. Va verificato tutto quanto verificabile – conclude – tenuto celato ad oggi, a cominciare proprio dalla reale posizione debitoria del nostro e degli altri comuni».
Terremoti, dunque, negli enti sovracomunali cilentani, nessuno escluso,