di Monica De Santis
Il nuovo spettacolo di Ascanio Celestini, attore teatrale, regista cinematografico, scrittore e drammaturgo italiano, grande narratore del tempo presente, il testimone di un Italia raccontata con grande lucidità ed empatia, sarà di scena giovedì 22 febbraio alle ore 21 al Teatro Pasolini di Salerno. “Museo Pasolini” è questo il titolo dell’opera scritta ed interpretata dallo stesso Celestini. Con le Voci di Grazia Napoletano e Luigi Celidonio, le musiche Gianluca Casadei e il suono curato da Andrea Pesce Il nuovo spettacolo di Ascanio Celestini è un omaggio al grande scrittore e regista friulano di cui ricorre nel 2022 il centenario della nascita. Attraverso le testimonianze di uno storico, uno psicanalista, uno scrittore, un criminologo, si compone un ipotetico museo dedicato al grande intellettuale. In questo luogo della memoria, un viaggio commovente nel lascito del grande scrittore. Nel suo lavoro, l’autore della “Pecora nera” si interroga su un ipotetico “Museo Pasolini”, un meta-luogo in cui narrare gli incroci tra l’autore di “Petrolio” e la storia patria. Secondo l’Icom (International Council of Museums) le 5 funzioni di un museo sono: ricerca, acquisizione, conservazione, comunicazione, esposizione. Come potrebbe essere un museo Pier Paolo Pasolini? In una teca potremmo mettere la sua prima poesia: di quei versi resta il ricordo di due parole “rosignolo” e “verzura”. È il 1929. Mentre Mussolini firma i Patti Lateranensi, Antonio Gramsci ottiene carta e penna e comincia a scrivere i Quadreni dal Carcere. E così via, come dice Vincenzo Cerami: “Se noi prendiamo tutta l’opera di Pasolini dalla prima poesia che scrisse quando aveva 7 anni fino al film Salò, l’ultima sua opera, noi avremo il ritratto della storia italiana dalla fine degli anni del Fascismo fino alla metà degni anni ’70. Pasolini ci ha raccontato cosa è successo nel nostro Paese in tutti questi anni”. Ascanio Celestini ci guida in un ipotetico Museo Pasolini che, attraverso le testimonianze di chi l’ha conosciuto, ma anche di chi l’ha immaginato, amato e odiato, si compone partendo dalle domande: qual’è il pezzo forte del Museo Pasolini? Quale oggetto dobbiamo cercare? Quale oggetto dovremmo impegnarci ad acquisire da una collezione privata o pubblica, recuperarlo da qualche magazzino, discarica, biblioteca o ufficio degli oggetti smarriti? Cosa siamo tenuti a fare per conservarlo? Cosa possiamo comunicare attraverso di lui? E infine: in quale modo dobbiamo esporlo?