Antonio Rinaldi, diverse ombre sulla nomina - Le Cronache Attualità

di Arturo Calabrese

Emergono nuovi dettagli intorno alla vicenda della condanna del comandante della polizia locale di Capaccio Paestum, Antonio Rinaldi. Al fine di chiarire alcune zone d’ombra, l’avvocato di Alberico Cafasso, il calunniato, è stato raggiunto telefonicamente. Michele Avallone spiega, però, di non essere più il legale di Cafasso, in quanto sollevato dall’incarico poco meno di un mese fa e cioè nei giorni immediatamente precedenti a quella che doveva essere l’udienza decisiva fissata per il 6 novembre 2025.

«Ho ricevuto un messaggio via WhatsApp – racconta il professionista – con il quale ho appreso della revoca del mio incarico». Avallone rivela il testo: «Purtroppo – ha scritto Cafasso – ho dovuto cambiare avvocato per esigenze; si sono messe persone in mezzo». Parole che hanno lasciato ovviamente interdetto il legale, il quale si è ugualmente presentato in aula. L’udienza è stata quindi rinviata su richiesta del nuovo difensore, che aveva da poco assunto l’incarico.

Ed è qui che spunta un dettaglio da tenere in considerazione. Antonio Rinaldi, oggi condannato anche in appello, in quel periodo aveva lasciato il comando agropolese e attendeva la nomina a Capaccio Paestum. Un valzer di cui questo giornale ha parlato in anteprima diversi mesi or sono, notizia che ha poi trovato fondamento. Il 6 novembre, si diceva, l’udienza è stata rinviata e il 7 novembre, dunque meno di 24 ore dopo, il sindaco Gaetano Paolino conferiva a Rinaldi l’incarico di comandante della polizia municipale di Capaccio Paestum. Nel documento, firmato dal primo cittadino, si legge che il segretario generale Gerardina Conti e il responsabile del servizio personale Raffaele Carpinelli “attestano che dal fascicolo personale non risultano contestazioni disciplinari né sanzioni inflitte allo stesso e che, pertanto, Antonio Rinaldi è idoneo alla nomina”.

Insomma, il sindaco si fida del segretario e del responsabile, che ritengono il comandante idoneo nonostante una condanna in primo grado e l’imminente sentenza in appello. Sono le date combacianti a dover essere sottolineate.

Si attendeva, forse, l’udienza del 6 per decidere cosa fare con il comandante? Il sindaco ha aspettato notizie dal tribunale? Si sperava in un’assoluzione? Ma soprattutto, perché i due professionisti del Comune non hanno ritenuto la condanna in primo grado a due anni per calunnia nei confronti dell’imprenditore un motivo ostativo? Quesiti che difficilmente troveranno una risposta. E a proposito dell’imprenditore calunniato, cosa vuol dire il messaggio inviato ad Avallone?

Tanti i dubbi su una vicenda che, ad oggi, presenta davvero numerosi punti oscuri. La Corte d’Appello di Salerno ha confermato la decisione di primo grado di due anni e ha condannato l’imputato al pagamento delle spese, liquidandole in 1.265 euro oltre IVA, CAP e spese generali come per legge.

Entro quarantacinque giorni, come da prassi, sarà depositata la motivazione, altrettanto importante per capire meglio cosa sia accaduto e cosa abbia fatto Antonio Rinaldi, una figura che dovrebbe essere integerrima.

Dovrebbe, per l’appunto. La nomina del comandante, inoltre, pare essere tra le motivazioni che hanno spinto sette consiglieri della maggioranza a chiedere un consiglio comunale con all’ordine del giorno la sfiducia ai danni del primo cittadino Paolino.