Un attacco così plateale forse non si era mai visto. Per la prima volta una corrente della magistratura affronta frontalmente i capi di dieci tra le maggiori procure italiane per avere “fortemente indirizzato” le decisioni del ministro Bonafede sul funzionamento della giustizia nell’emergenza Covid confluite nel Dl Ristori e per essersi così “sostituiti nella rappresentanza della magistratura al Consiglio superiore e all’Associazione nazionale magistrati”. A mettere nel mirino i procuratori e le misure per la giustizia adottate con il decreto legge sono le toghe progressiste di Area, in un lungo documento approvato dal loro Coordinamento nazionale. Così per una volta “sotto processo” finiscono i capi delle procure di Roma, Milano, Torino, Perugia, Salerno, Reggio Calabria, Catanzaro, Palermo, Firenze e Napoli , che a poche ore dal Dl Ristori, sottoscrissero un documento comune con l’Unione delle camere penali,”insipegabilmente diventato l’ossatura portante del decreto legge con riferimento alla giustizia penale”.
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