
5 maggio 1998, Sarno, oggi a ventisette anni dall’immane tragedia che colpi le città di Sarno, Quindici, Siano e Bracigliano, scolpiti nella memoria, i ricordi indelebili che hanno lasciato, in chi ha vissuto quei terribili momenti, profonde ferite. Nonostante fosse primavera, la provincia di Salerno, era da giorni martoriata da incessanti piogge. Dalle 2 del pomeriggio, oltre 140 frane si riversarono a valle, con oltre 2 milioni di metri cubi di fango e detriti spazzando via case scuole e persino il locale Ospedale di Sarno Villa Malta. Monte Saro si strappò, come trafitto dagli artigli di un enorme ippogrifo. A perdere la vita 161 persone di cui 137 solo nella città di Sarno. Per non dimenticare questo tragico evento lo vogliamo ricordare insieme ad uno dei tanti protagonisti del soccorso. Il Presidente Provinciale della Sezione di Salerno dell’Associazione Nazionale dei Vigili Fuoco, il Tenente Colonnello Vincenzo Luordo, all’epoca Ufficiale superiore dei vigili del fuoco del Comando provinciale di Salerno. LOGISTICI E OPERATIVI. Nato a Salerno, entra nel corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco nel 1973, svolgendo servizio presso i Comandi Provinciali di Catanzaro, Napoli, Potenza, Salerno e Scuole centrali Antincendio di Roma. Circa 40 anni di servizio attivo, ricco di esperienze professionali e di incarichi impegnativi svolti con dedizione e competenza. Nel contempo ottiene e svolge con serietà incarichi da docente e relatore nel mondo universitario. Termina il servizio attivo nel Corpo Nazionale il 26 06 2012. Così ricorda quei momenti: Nel pomeriggio del 5 maggio 1998, libero dal servizio ma in attività istituzionale, ero presso l’Aula Magna dell’istituto S. Caterina da Siena dove ero intento a tenere un corso di preparazione al “Progetto Scuola Sicura” a circa 200 docenti della Scuola Media, provenienti da ogni parte della provincia. Il tempo a Salerno non era clemente, ma nulla lasciava presagire il disastro che si stava preparando in una parte di territorio a nord della provincia. Il Comando dei Vigili del Fuoco era già impegnato nel sarnese a far fronte, dal primo pomeriggio, con varie squadre, alle richieste per danni d’acqua che continuavano a pervenire sempre più numerose, ma non tali da richiedere uno stato di emergenza. Ciò anche sulla scorta delle comunicazioni delle squadre colà impegnate. Sembrava una situazione di normale gestione, per cui feci rientro a casa al termine della conferenza. Ma col passare del tempo tutto precipitò e tra il tardo pomeriggio e la notte la tgragedia si concluse; violente colate di fango provenienti dai monti circostanti distrussero tutto ciò che incontrarono nella discesa a valle portando via centinaia di vite umane. Al momento l’Ispettorato Regionale VVF della Campania disponeva di un certo numero di Sezioni Operative nei rispettivi Comandi Provinciali.Il Comando di Salerno, oltre a disporre di 4 sezioni, aveva anche il compito di gestire la parte logistica della Colonna Mobile Regionale, per cui lo stesso, disponeva già di tendaggi, parte dei servizi igienici, una cucina capace di erogare pasti completi per 350 uomini ed un tendone mensa, capace di ospitare tale numero di unità operative sia nei due momenti di pausa della giornata che per la colazione mattutina. Di tutta questa organizzazione emergenziale il responsabile era il sottoscritto. Il sipario calò, improvvisamente sulle vite di 160 anime, 137 delle quali solo nella città di Sarno. L’evento richiese anche il tragico contributo al Coimando di Salerno Una colata di fango travolse l’APS (Auto Pompa Serbatoio) della squadra che stava operando in zona già dal primo pomeriggio, trascinandola per molti metri fino a farla fermare davanti a un enorme albero che era divenuto un ostacolo al trascinamento del mezzo. Dentro era rimasto imprigionato fino al collo il Vigile Marco Mattiucci che, attanagliato dal fango che lo stringeva a ventosa, nonostante i tentativi dei compagni per liberarlo, rimase nel mezzo fino al mattino successivo, quando. finalmente estratto con non poche difficoltà, venne trasferito in ospedale dove morì qualche giorno dopo. Rientrato in servizio in caserma trovai il fratello del Vigile, il Capitano medico Mattiucci che cercava insistentemente di raggiungere il luogo dell’incidente, ne disposi l’accompagnamento e successivamente mi recai in zona di operazione per organizzare il servizio logistico, atteso che col fare del giorno l’evento si era evidenziato in tutta la sua drammatica disastrosità. Intanto, durante la notte erano giunte sul posto numerose Sezioni Operative provenienti dalle Regioni limitrofe, mentre altre se ne aggiungevano col passare delle ore. Il mio pensiero principale fu quello di stimare il lungo tempo necessario per la fine dell’emergenza, per cui urgeva istallare il Campo Base con tutti i servizi occorrenti nel minor tempo possibile, anche se le Sezioni Operative avevano ciascuna autonomia logistica- alimentare di circa sette giorni. Una macchina aorganizzativa dei Vigili del Fuoco, che fu una colonna portante di quell’evento e non solo». Nei ricordi dell’Ufficiale e di questi uomini v’è un grande patrimonio di discreto ed immenso altruismo, di esempio di sacrificio, di abnegazione e un altissimo senso del dovere verso il prossimo e la Patria. Negli occhi di questi Uomini, sui loro volti, nella polvere delle loro uniformi, nello zelo col quale espletano i loro compiti istituzionali si legge tutto il loro bene per il prossimo, per la collettività. Oggi l’Ing. Vincenzo Luordo è il Presidente della Sezione Provinciale dell’Associazione Vigili del Fuoco del Corpo Nazionale, la quale è riconosciuta dal Ministero dell’Interno, e costituisce la terza forza del Corpo dei Vigili del Fuoco, affiancandolo e collaborando, mediante i propri Associati, attivamente con esso, a dimostrazione palese del senso di appartenenza all’Istituzione anche se non più in servizio attivo, dell’abnegazione inestinguibile nel loro lavoro, nell’altruismo, nella tenacia di testimoniare i propri principi istituzionali ed umani, affinché, chiunque, pensando, ricordando, possa riflettere sul vero senso della fratellanza.
Rita Velleca