di Giuseppe Ianni
Dalla “Piazza della Libertà” al “Saluto Covid”, Salerno alla ribalta con architetti e scultori che fermano il tempo, in scale diverse, ma con un profondo riproporsi con segni e significati, galoppando la realtà della contemporaneità. Salerno in divenire attraverso l’opera scultorea di Alfredo Raiola, una bella pagina che racconta del maestro salernitano il suo ultimo sentire, materializzato in elementi dalla forte attualità. Le ultime creazioni a tuttotondo di Raiola si possono ammirare al “Centro Polifunzionale ONMIC” di Torrione a Salerno, nella mostra inaugurata lunedì 27 settembre. Il poliedrico maestro salernitano, artefice da 50 anni di opere memorabili visibili in chiese, piazze, palazzi pubblici e collezioni private, riparte dalla sua amata città, con opere nuove ispirate alla pandemia che ha afflitto le popolazioni di ogni nazione. La nuova esposizione di Salerno vuole essere un tributo di un artista sensibile che racconta, per non dimenticare, la sofferenza e la solitudine che hanno pervaso l’umanità con strascichi di dolore e angoscia per il Covid. Nascono così, per dare un volto a questo tempo e per reagire a tanto male, le sculture “Lacrima 2021”, “Saluto Covid” e “Abbraccio Cosmico”. Trattasi di creazioni realizzate a tuttotondo in materiali cementizi, in scala non eccessiva ma che nel loro corpo esplodente si lasciano intuire e quasi presagite come forme totemiche pronte ad ingigantirsi in grandi spazi per diffondere il forte e profondo messaggio universale che contengono. Alfredo Raiola ci ha abituati così, le sue opere sono sempre dei potenziali bozzetti pronti a diventare creazioni che dominano lo spazio fisico. Le sue sculture della maturità diventano sempre più cariche di messaggi, di rimandi, di equilibri tra forma e spazio, dove la materia non ha pace plasmandosi nel contenere il sentire profondo dell’anziano maestro che, nell’opera riflette con pathos il proprio tempo. Ne è messaggero l’opera “Lacrima”, dove la sfericità della forma ed il forte simbolismo che assume si connota come un messaggio universale del dolore; quel dolore che all’improvviso ci ha reso tutti fratelli e ci ha fatto riflettere sulle pene umane e da dove ricominciare per un nuovo cammino d’insieme. Nell’opera di Raiola traspare la sofferenza, il male che diventa supplizio per l’umanità ma palpeggia anche la speranza che non abbandona mai l’uomo e che lui evidenzia maggiormente nell’opera “Abbraccio Cosmico”. Dunque, un’opera scultore forte nel suo sentire, chiamata a testimoniare lo scorrere del tempo, evidenziando la traccia che lascia questa umanità per continuare il suo cammino nel cercare di uscire dal buio e ritrovare la luce.