È un Franco Alfieri molto nervoso quello che ieri è salito sul palco di Gromola, una delle tante zone di cui è composta Capaccio Paestum. A circa quindici minuti dall’inizio del comizio, dalla piazza si alza una contestazione. Un fischio, sicuramente isolato, ma insistente e continuo si fa sentire tra i pochi applausi.
La pazienza di Alfieri, però, finisce subito e quindi si rivolge direttamente al contestatore, o ai contestatori, e scende nell’offesa personale, nell’insulto rivolto agli avversari politici, nel solito nervosismo che già in passato lo ha preso durante momenti simili. «Ovviamente in una piazza ci può essere anche qualcuno che fischia e ci può essere anche qualcuno che osa sfidare questa amministrazione sulle sciocchezze – dice il sindaco e presidente della Provincia di Salerno dopo aver perso le staffe – mi sono ripromesso di non parlare di loro, ma quando parliamo di noi giocoforza si parla anche di loro perché la differenza tra noi e loro è che c’è un abisso sulla coerenza, sulla competenza, sulle persone, sulla capacità (e si tocca la fronte) di discernere sulle cose».
A questo punto, il nervosismo aumenta ancor di più, il sindaco Franco Alfieri perde ogni freno inibitorio e si rivolge direttamente a chi legittimamente lo contesta: «Se non sei d’accordo e vuoi fischiare – intima – te ne puoi allontanare, te ne vai al Sele e ti fai il bagnetto. Qui c’è gente che è venuta ad ascoltare Franco Alfieri (parla di sé in terza persona, ndr) – continua – se volete fischiare andate altrove. Esprimete il vostro dissenso nell’urna elettorale».
Qui Alfieri se la prende anche con gli avversari: «andate ad applaudire le “Armate Brancaleone” dall’altra parte, anche perché lì potete ridere e fischiare e c’è tanto da ridere». In ultimo, finite le frecce offensive al suo arco, Alfieri scaglia l’ultima con la quale, però, colpisce una importantissima categoria lavorativa sulla quale si basa ancora oggi una solida economia. «Avrai un futuro per le pecore sicuramente – le sue parole – avrai un futuro per le pecore». L’intervento di Franco Alfieri continua poi con l’esaltazione dei cinque anni appena trascorsi e con l’esposizione del programma per i prossimi cinque anni.
Il precedente
Il sindaco di Capaccio Paestum Franco Alfieri, oggi candidato per un secondo mandato, non è nuovo a questi scatti di ieri quando si trova davanti ai contestatori. Due anni fa, era ad Agropoli per il comizio a sostegno di Roberto Antonio Mutalipassi, altro delfino dopo aver rinnegato il primo amore Adamo Coppola. Anche lì, quando Alfieri parlava ci furono dei fischi dalla folla e allora come oggi ci furono le invettive.
«Potete fischiare e resterete a fischiare – urlò dal palco in piazza – peccato che non ci sono le pecore». Insomma, gli ovini diventano un cruccio per Alfieri quando qualcuno, nella piena libertà, lo contesta. «Da dopodomani tutto questo sarà passato e continuerete a smanettare sui computer e sui cellulari – disse due anni orsono sul palco allestito in piazza Vittorio veneto – noi faremo grandi cose ancora una volta». Insomma, fischi e pecore sono il punto debole del sindaco