La morte del professor Nicola Oddati lascia un vuoto profondo nel tessuto culturale e civile di Salerno. Studioso appassionato della storia cittadina, infaticabile promotore della memoria collettiva, Oddati ha rappresentato per decenni un punto di riferimento per chiunque volesse comprendere davvero le radici identitarie della città.
La sua opera più amata — il Museo dello Sbarco e Salerno Capitale — resta la testimonianza più luminosa della sua visione: un progetto culturale innovativo, capace di unire rigore storico e ambizione turistica, nato dalla convinzione che il passato possa essere leva di crescita e consapevolezza.
Di lui Salerno ricorda la signorilità nei rapporti personali, la tenacia con cui ha difeso il suo lavoro e la capacità di trasformare la ricerca in un patrimonio condiviso. È il lascito più prezioso che consegna alla comunità.
Oggi, di fronte alla sua scomparsa, riaffiora anche il rammarico per i riconoscimenti che la città non sempre ha saputo tributarli in vita. L’augurio è che Salerno possa ora onorarne la memoria con il rispetto e il sostegno che la sua straordinaria opera merita.
Lo scrive sulla sua pagina facebook Antonio Ilardi presidente Federalberghi Salerno





