“Ho imparato tutto da Eduardo, osservandolo”. Così raccontava i suoi esordi in palcoscenico Angela Pagano, tra le grandi interpreti della tradizione teatrale e cinematografica cresciuta all’ombra del Vesuvio. Angela è morta, all’età di 87 anni, dopo aver attraversato con successo tutti i generi dello spettacolo. “Una donna straordinaria, un talento d’attrice inarrivabile. Sembrava aver sempre abitato il teatro, ancor prima di nascere”, la ricorda il regista Roberto Andò, direttore del Teatro Nazionale di Napoli. Nata nel centro storico di Napoli, con un papà posteggiatore e mandolinista, aveva cominciato nel 1958 lavorando nella compagnia di Eduardo De Filippo. Fu in scena con il grande autore fino al 1962 partecipando anche alla trasposizione di alcune delle sue opere più note in tv, come Ditegli sempre di sì, Napoli milionaria, Filumena Marturano. Il successo arrivò con Giuseppe Patroni Griffi che la scelse per recitare un testo di Franca Valeri, Le catacombe (1962 – 1963), e nel 1967 la chiamò per Napoli notte e giorno, lo spettacolo che segnò la riscoperta di Raffaele Viviani. Ma Angela Pagano fu anche sul palco per il rivoluzionario musical Hair, nel 1970, e recitò nel Masaniello di Armando Pugliese ed Elvio Porta (1974), così come in altri lavori al fianco di icone della napoletanità come Peppino De Filippo e Pupella Maggio. Aveva ripercorso la sua lunga vita artistica nel libro “Il diario ritrovato” e in uno spettacolo andato in scena con successo nel luglio scorso per il Campania Teatro Festival. Ha lavorato praticamente fino alla fine: le sue ultime interpretazioni cinematografiche sono in due film usciti quest’anno, Caracas di Marco D’Amore e soprattutto La casa di Ninetta di Lina Sastri, con la toccante interpretazione di una anziana – nella pellicola, la madre di Lina – affetta da Alzheimer. Ha scritto di Angela sui social la collega Isa Danieli: “Piccola, spigolosa, rigorosa e brava! Brava! Brava!”. Domenica alle 13 i funerali a Napoli, nella chiesa degli artisti a Piazza Trieste e Trento.
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