di Aldo Primicerio
Perché associamo i due eventi? Perché sono le ultime iniquità di questa società incivile e cattiva. Cosa deve dimostrare ancora questo governo italiano per essere bocciato? L’ultima nefandezza è, come già scritto, l’abolizione del reato di abuso d’ufficio. Cosa significa? Che il potere impunito è la fine dello stato di diritto. Che lo Stato non vuole farsi processare. Che verità e giustizia non possono emergere. E che senza verità e giustizia non può esserci democrazia. Giusto per spingere tutti noi alla riflessione, va ricordato che avviene il reato di abuso d’ufficio quando un pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, nell’esercizio delle sue funzioni, produce un danno o un vantaggio patrimoniale che è in contrasto con le norme di legge. Si configura quando un pubblico ufficiale agisce con dolo, ovvero con l’intenzione di compiere l’atto illecito, utilizzando il suo potere per scopi personali o danneggiando ingiustamente altri individui. Il soggetto passivo è sì la pubblica amministrazione, ma lo è di riflesso ogni cittadino privato.
Da decenni la politica insegue il sogno di non farsi controllare e giudicare
Comunque il Meloni non è stato il primo o l’unico governo. E’ solo quello che l’ha deciso e fatto. L’obiettivo di gran parte della politica e di un pezzo delle istituzioni è stato da decenni, diciamo pure da sempre, quello di non farsi controllare e giudicare. Di essere al di sopra della legge. L’eliminazione dell’abuso d’ufficio è sempre stato un obiettivo delle forze partitiche: in particolare di Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, ma anche del Partito Democratico, di Italia Viva, Azione ed altri ancora. Non so voi, ma io non ho letto quasi niente sui grandi media. La cancellazione dell’abuso d’ufficio è quasi passata in secondo piano, anzi anche peggio. Come un fatto di routine, una decisione tecnica da esperti. Molti cittadini la considerano una decisione residuale, che riguarda gli addetti i lavori. Ed invece, guai ai vivi. Il prezzo dell’impunità di Stato la pagheranno proprio loro, i cittadini buoni, gli onesti, i senza potere, quelli che ogni giorno combattono per il piatto a tavola, per i figli, per la famiglia. E chi denuncia gli abusi del potere non potrà purtroppo avvalersi dell’attenzione della magistratura, perché l’ingiustizia è diventata illegalità legalizzata, sancita dallo Stato.
Abuso d’ufficio una “inezia”, un intralcio alla gestione amministratriva. Eppure da lì tutte le indagini sui grandi reati di corruzione, concussione e truffa
Perché ce la prendiamo tanto per una cosa trascurata da molti grandi media e che interessa così poco alla gente? Perché fa male sapere che gli abusi del potere, anche gravissimi, non sono più un reato. Il rappresentante di una forza di polizia che persegue senza motivo un cittadino non è più reato. Un governatore o un sindaco, che firmano una concessione a costruire al figlio o che rilasciano finanziamenti ad un’azienda di cui è socio, non è reato. Siamo davanti alla più grande e crudele amnistia per i potenti, mentre le carceri si affollano di persone che vi sono recluse spesso in condizioni disumane per fatti assai meno gravi. L’abuso d’ufficio una inezia? Un intralcio grave per un sindaco o un governatore che vogliono gestire senza lacci e lacciuoli una città o una Regione, come dicono Meloni, Nordio e gli amministratori di mezza Italia? E no, non è affatto così. Le grandi indagini per corruzione, concussione, truffe contro il pubblico nascono proprio da questa “inezia” che è l’abuso d’ufficio. Da un’azione illegittima, una delibera fuorilegge o un finanziamento illecito. E poi, proprio da questa “inezia” prendono vita le indagini di polizia giudiziaria e della magistratura che arrivano a reati ancora più alti e gravi. Insomma, con una prosopopea imprevedibile che non gli conoscevamo da bravo ed alto magistrato, il ministro Nordio ha eliminato uno degli strumenti più efficaci per scavare ed arrivare alle grandi malefatte dei potenti.
L’uccisione dell’orsa Kj1. Un’altra barbarie che ci spinge a grandi passi fuori dalla civiltà
Da una nefandezza all’altra. Il Trentino e la provincia autonoma di Trento sono riuscite ad uccidere la Kj1, una sigla che riassume con impietoso cinismo una creatura che difendeva il suo territorio ed i suoi tre cuccioli. Ed è avvenuto nel più subdolo dei modi. Come, ricordate, per M90 pochi mesi prima. Un’ordinanza ammazza-orsi emessa in una tarda serata di fine luglio, proprio per evitare impugnazioni e proteste. Kj1 era seguita e monitorata, si sapeva dove fosse, i forestali erano stati avvisati: E quindi sopprimerla è stato facile. Una barbarie inutile, tutto come da copione della Lega, che da queste parti comanda tutto. Loro dicono, il bosco è la casa è dei trentini. Ma allora perché avete voluto ed importato orsi per popolarli. Allora non siete per la pacifica convivenza. Vi piace ignorare il Pacobace, il sistema di procedure per gestire orsi cosiddetti problematici. Un sistema fatto di monitoraggio, dissuasione, interdizione dei luoghi di passaggio di mamma orsa per la sicurezza di tutti. Ma a Fugatti e Failoni non sembra piacere tutto questo. Lo badano solo alle fase finale. Un cittadino viola le procedure e gli avvertimenti e si infiltra nel bosco? Per la politica non ha importanza. Si bada solo alla reazione dell’animale. I politici, i cittadini trentini esultano alla capacità vendicativa degli umani? E’ amaro constatare che una delle regioni più belle ed attraenti d’Italia non sappia riconoscere e rispettare la tutela della bioversità. La natura, il mondo in cui viviamo è tutto biodiverso. In esso dovrebbero convivere, sapendolo gestire, i tre sistemi presenti sul piabneta, quello umano, quello animale e quello vegetale, in un’ottica olistica, quella dello One Health. Ieri a Trento davanti al duomo, c’è stato un sit-in pacifico ed una fiaccolata contro la violenza. Ma a che serve. Quando accadono queste cose non c’è un vincitore ed un vinto. Tutti abbiamo perso tutti e ne usciamo sconfitti