I lavori per la realizzazione per i parcheggi privati in via Laspro a Salerno sono iniziati lunedi scorso e sono bastati solo questi pochi giorni per capire che sarà una convivenza terribile, impossibile, per gli abitanti del quartiere Mennolella-Laspo e la ditta incaricata dei dei lavori. Dalla mattina presto è un viavai di mezzi pesanti. A regolare il traffico due lavoratori muniti di paletta che bloccano la circolazione ordinaria in ragione dell’afflusso dei camion. “signora di qui non si passa, deve andare a fare il giro per via Calenda” un insegnate chiamata per un emergenza a scuola si è sentita rispondere così dai vigili improvvisati. Il problema che la fila che si era creata non consentiva di fare retromarcia, tutti bloccati quindi aspettando che il, camion facesse manovra per entrare nel cantiere. Se si trattasse di un opera pubblica la cosa potrebbe essere anche digerita, dicono gli abitanti del posto, ma sopportare, a tempo indeterminato, questi disagi, per il profitto di un privato è inaccettabile. Eppure c’erano state due assemblee pubbliche con i quartieri interessati a cui aveva preso parte sindaco e assessore all’urbanistica, Vincenzo Napoli e Mimmo de Maio. I due avevano detto che l’opera e il suo progetto sarebbe stato comunicato agli abitanti. Si sarebbero ripristinate presto le scale che portano alla chiesa di Santa Maria della Consolazione, non si sarebbero abbattuti gli alberi per fare posto ad un inutile campetto di calcio ( nel vicino parco del seminario, a 50 metri, ce ne sono due), si sarebbero limitati i disagi. Parola portate via dal vento. L’unica cosa che si è fatta è aprire un varco dall’ingresso della chiesa per consentire l’accesso ai mezzi. La gente si era fidata di primo cittadino ed assessore, fiducia evidentemente mal riposta visti i risultati. Petizioni con centinaia di firme, incontri fiume, tutto dimenticato, voci di cittadini coperte dal fragore dell’opera che rende un inferno la vita a chi abita nella zona che è pronto anche a passare alle vie di fatto. Se è vero che il comune nulla può per bloccare l’opera che da quelle parti nessuno voleva, quantomeno intervenga per limitare i disagi e far sapere alla fina cosa sarà fatto. A chi ci ha messo la faccia insomma viene chiesto di non perderla.
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