di Pina Ferro
Sostanze stupefacenti e cellulari rinvenuti nella Casa circondariale di Salerno. Sono stati dieci gli apparecchi telefonici sequestrati a detenuti, I cellulari servivano a restare in contatto con l’esterno e magari continuare a controllare determinati situazioni o traffici.
L’operazione che ha portato ai sequestri ha visto l’impiego di oltre cento agenti della polizia penitenziaria.
“Anche a Salerno lo Stato ha perso, dimostrando tutta la fragilità ed inadeguatezza di un sistema ormai al collasso, ormai non si contano più i telefoni ed i chili di droga che nel corso dell’anno sono stati sequestrati nelle diverse carceri italiane. – Ha dichiarato il segretario generale del sindacato di Polizia Penitenziaria “Spp”, Aldo Di Giacomo – La cosa che più fa specie e che tutto accade nel totale silenzio, ormai tutto ciò che riguarda il carcere non fa più notizia, non fa notizia la silente strage degli appartenenti alle diverse forze dell’ordine che quasi giornalmente si suicidano, ma al contrario non si perde occasione di sbattere in prima pagina servitori dello Stato che troppo spesso vengono accusati ingiustamente di reati gravissimi come quello di tortura ( vedasi il caso di Torino, poliziotto penitenziario accusato da detenuto, accusa rivelatasi infondata)”.
In una nota, Di Giacomo spiega che la situazione del carcere di Salerno, così come la situazione della stragrande maggioranza delle carceri italiane è drammatica.
“Il sistema carcere oggi non è in grado più di garantire alcuna sicurezza sociale, questo perché nel corso degli anni si sono adottate politiche, a nostro avviso, troppo buoniste, che hanno concesso indistintamente, anche a detenuti non meritevoli benefici e troppa libertà di movimento all’interno delle carceri, permettendo ad essi di conquistare, anche mediante vere e proprie guerre di potere, spazi e controllo che nel modo più assoluto non avrebbero dovuto avere. Le carceri oggi sono diventate uno dei luoghi meno sicuri in assoluto, lo Stato purtroppo, ci costa dirlo, ha perso il controllo e chi amministra il sistema sembra non voler capire che è necessario compiere dei passi indietro. Rieducare, rispettare la personalità, adottare principi di umanità, sono risultati che non si ottengono permettendo ai delinquenti di continuare a comandare, non si ottengono risultati aprendo le celle e facendo fare ai detenuti il proprio comodo, non sono questi i principi dettati dall’articolo 27 della nostra Costituzione; l’attuale situazione compromette solo il percorso detentivo di quei detenuti che, vorrebbero aderire alle offerte/opportunità che la Legge mette a loro disposizione, ma che di fatto, per gli attuali sistemi organizzativi e gestionali delle carceri, non riescono a fare della pena un momento di riflessione e di scelta per allontanarsi da quegli stili di vita che li hanno indotti a delinquere”. Ovviamente i risultati della maxi retata sono stati comunicati alla Procura che ha aperto un fascicolo.