Erika Noschese
Erano le 22.15 del 5 settembre 2010 quando Angelo Vassallo, il sindaco pescatore, viene ucciso in quello che sembra essere un attentato di stampo camorristico. L’allora primo cittadino di Pollica era a bordo della sua automobile e stava rincasando a casa quando viene raggiunto da 9 colpi di pistola, sette andati a segno. Ad oggi, tanti indizi, tante piste seguite ma nessun colpevole. Nonostante sia trascorsi ben otto anni, anche la matrice dell’attentato sembra essere ignota ma fin da subito, gli inquirenti hanno seguito la pista dell’attentato camorristico. Il sindaco pescatore, infatti, nel corso della sua lunga attività politica, con il partito democratico, si era opposto a pratiche illegali, sempre pronto a tutelare l’ambiente. Sempre pronto a rendere libera la sua terra. Sempre pronto a difendere i suoi concittadini. Per la camorra, infatti, Angelo Vassallo era un ostacolo per il commercio illegale di droga nel porto locale. Quello stesso porto, oggi, a lui dedicato, dopo il via libera della prefettura e degli enti competenti. Le indagini. Nel 2015, ancora nessun colpevole. Nel registro degli indagati viene iscritto Bruno Humerto Damiani, meglio conosciuto come il Brasiliano. Un solo nome, per un omicidio che stava per essere archiviato, nel gennaio 2018. Nel frattempo, le indagini proseguono e nel mese di agosto 2017, la Procura di Salerno affida ai carabinieri del Ris l’incarico di effettuare il test del dna su 94 persone, tutte residenti ad Acciaroli, tra conoscenti del sindaco e “possessori” di una calibro 9 Ed è proprio il test del Dna che scagliona il Brasiliano. Le indagini proseguono, la pista cambia. Così, nel luglio 2018, il pm Leonardo Colamonici notifica un avviso di garanzia per rendere interrogatorio da indagato per l’omicidio a Lazzaro Cioffi, carabiniere colluso con il clan Caivano per averne protetto le attività di narcotraffico . Cioffi dal 1991 fino a pochi mesi fa (quando è stato arrestato) ha lavorato nel nucleo investigativo di Castello di Cisterna. Quindi ne faceva parte anche il 5 settembre del 2010. Un testimone avrebbe infatti reso nota la sua presenza ad Acciaroli, durante l’estate del 2010, proprio nei giorni in cui veniva ucciso Angelo Vassallo. Otto anni dopo l’omicidio, il carabiniere, entra come indagato nell’inchiesta sul delitto. Per Cioffi, l’ipotesi d’accusa è tra le più gravi: concorso in omicidio aggravato dal metodo mafioso, senza alcun riferimento a presunti complici né al movente. Una pista, quella del carabiniere Lazzaro Cioffi, accantonata fino a quando non emergono le presunte “coperture”che il brigadiere avrebbe garantito a Fucito, ragion per cui, in coordinamento, riprendono le indagini da parte delle procure di Napoli e Salerno che ascoltano nuovamente il testimone. Il volto e il nome dell’assassino/assassini di Angelo Vassallo ancora sono avvolti dal mistero. Ma, a distanza di otto anni dall’omicidio del sindaco di Pollica, la Procura di Salerno lascia una porta aperta e apre un nuovo fascicolo con una pista precisa sullo spaccio di droga. La nuova pista che seguono gli inquirenti è legata alla droga, dopo un’inchiesta che coinvolge un carabiniere accusato di favorire un clan della camorra in contatto con i narcos colombiani e con molte amicizie ad Acciaroli. Ad oggi, però tutto è avvolto nel mistero. Otto anni dopo. Ad oggi, nessuna novità, nessuna pista certa. Il responsabile della morte del sindaco è ancora a piede libero. La famiglia chiede giustizia. Nessuna verità è emersa, se non la volontà di un sindaco, disposto a morire pur di tutelare la sua terra. Angelo è morto per evitare che la camorra si impadronisse della sua terra. Una morte che, dopo otto anni, è ancora senza un volto.
Ma il figlio Antonio è amareggiato
«Pollica vuole scoprire la verità». Lo dichiara Antonio Vassallo, il figlio del sindaco pescatore. «Sono molto amareggiato – aggiunge Antonio – perché siamo ancora qui a parlare senza però conoscere i colpevoli. Stiamo cercando sempre di avere la stessa fiducia però naturalmente sono otto anni, e sono tanti, ma noi stiamo cercando sempre questo benedetto giorno che arriva in cui ci diranno finalmente la verità». Pollica ricorda Angelo Vassallo dedicando a lui il porto, quello stesso porto tanto voluto dal sindaco pescatore: «Lui è stato uno degli architetti – ha poi aggiunto il figlio di Angelo Vassallo – nel senso che è stato lui che ha deciso come doveva essere organizzato». Una bella risposta da parte dei cittadini per ricordare, con affetto e malinconia, il sindaco pescatore. L’intitolazione, autorizzata già nel 2013 dal Ministero competente, è stata posticipata a conclusione dei lavori del porto che è stata una delle priorità del lavoro di amministratore di Angelo Vassallo. Il cinque settembre alle 20 dopo la messa, come ha ricordato l’attuale primo cittadino, Stefano Pisani, verrà scoperta la targa con due obiettivi . Ricordare la figura, l’impegno e la dedizione per il suo territorio di Angelo Vassallo , ma anche ribadire che bisogna continuare a cercare la verità ea scoprire chi lo ha ucciso e perché. Tra i presenti il vice governatore della Regione Campania, Fulvio Buonavitacola, e Franco Roberti, assessore regionale alla sicurezza, in occasione della manifestazione “Quando la memoria diventa speranza”.