Grande capacità di attuazione del programma, alto profilo morale. L’ex ministro Carmelo Conte ripercorre tutte le tappe, senza trascurare nulla. Pensa che l’intitolazione di una piazza o una strada a Vincenzo Giordano sia un «atto dovuto» ma sia soprattutto l’occasione «per ricordare ciò che è stato fatto all’epoca e per riprendere alcuni fili di quel discorso». Conte, infatti, tiene a precisare che quella famosa delibera «programma Salerno» – approvata in seduta comune di Consiglio comunale e provinciale alla presenza dei parlamentari campani – non riguardava solo «la città capoluogo, bensì poneva la stessa quale centro di area metropolitana». Insomma un progetto quasi diametralmente opposto a quello di Salerno oggi. L’ex ministro non nasconde infatti considerazioni sull’attuale trasformazione urbanistica, sì frutto della gestione Giordano ma che comunque ha chiuso i suoi confini tra le mura cittadine. «La Cittadella Giudiziaria? Era già stata appaltata ed la sua ubicazione originaria (nei pressi della Centrale del Latte, ndr) era stata scelta dagli stessi magistrati nell’ambito di tre progetti. Poi – ricorda Conte – De Luca decise di annullare quell’appalto e di procedere alla nuova collocazione della Cittadella Giudiziaria». Poi la Metro. «La nostra – spiega – era una vera e propria circumsalernitana che doveva integrare quella di Napoli. Siamo stati i primi ad inaugurare il tratto ferroviario da Salerno a San Severino. Da lì ci doveva essere il collegamento con Sarno e quindi l’interconnessione con la circumvesuviana. Questo era il concetto di metropolitana: non il trenino cittadino, bensì un mezzo di collegamento con le aree limitrofe». Oggi, invece – conclude Conte: «Ci stiamo facendo scippare anche l’Alta Velocità che non arriverà dunque a Battipaglia ma bypasserà questa tratta giungendo direttamente da Napoli a Bari».
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