Questa sera alle ore 21,30 l’ensemble del sassofonista si esibirà a Vallo della Lucania ospite dei “Concerti del Martucci”
Di OLGA CHIEFFI
Serata nel segno del sassofono, questa sera, nella Piazza dei Martiri di Vallo della Lucania, con l’ensemble di Lauro De Gennaro, docente del Conservatorio di Musica “G.Martucci” di Salerno. La serata, che principierà alle ore 21,30, sarà aperta dal sassofono contralto di Francesco Florio, un omaggio nell’anno del centenario della nascita del nonno da cui ha ereditato nome e suono, fondatore della prima classe di sassofono in Italia, proprio a Salerno. Lauro De Gennaro ha dato carta bianca a Francesco Florio, suo ex allievo, per delle improvvisazioni estemporanee, che porranno in luce gli assunti su cui si basa la scuola italiana di questo strumento, un canone ideale che spazia dagli archi alla potenza degli ottoni, che andrà a realizzarsi nei vari brani del programma. Il titolo della serata è “ All for one”, e il primo brano d’assieme vedrà il sax soprano di Jessica Pisacane, gli alti di Francesco Florio, Antonio Paolillo e Lucio Fauceglia, i tenori di Massimiliano Ariano e Angelo Carpinelli, unitamente ai baritoni di Tommaso Paribello e Gianni D’Ambrosio, tutti al servizio del leader Lauro De Gennaro al sax soprano, in una trascrizione del Concerto per violino n°3 RV 310 in sol maggiore dall’Estro armonico di Antonio Vivaldi. Qui l’estro sintetizza in modo chiaro ed efficace una delle peculiarità di questa pagina, vale a dire la fantasia imprevedibile, l’invenzione frizzante, la varietà impressionante degli affetti e delle atmosfere, quella varietas riconducibile anche all’espressione ésprit de finesse: un sapiente dosaggio dei momenti più incisivi e brillanti con quelli più lirici e meditativi, essenza di una fascinosa drammaturgia. “Una “piccola scampanata” segnò, il 28 luglio 1741, la sepoltura di Antonio Vivaldi in un cimitero viennese riservato ai poveri” – scriveva Vittorio Ambrosio nelle note al programma di sala del Concerto de’ “I Virtuosi di Roma” ospiti del Salerno Festival del 1987 – Una morte simbolica con la quale effettuò la consegna delle chiavi dai veneziani all’Europa, chiudendo – e aprendo – due periodi meravigliosi della storia della musica. Ed ecco il Johann Sebastian Bach del Concerto nach Italienischen Gusto BWV 971, in cui il riferimento allo stile “italiano” appare sicuramente comprensibile per chi, come Bach, aveva familiarizzato fin dagli anni della giovinezza con i lavori di Vivaldi, Albinoni, Marcello. L’opera per clavicembalo, che ascolteremo nella trascrizione per quartetto di sax, è una sorta di epitome delle maniere e degli stilemi italianizzanti, ripensati naturalmente dal maestro di Lipsia in maniera del tutto personale. A partire dal primo Allegro in cui, con incredibile chiarezza e sorprendente efficacia, il compositore riesce a far emergere – da quell'”unica” tastiera – il dialettico gioco dei soli e dei tutti; esemplarmente modellato sui grandi tempi lenti cantabili dei Concerti di Vivaldi e Albinoni, poi l’incantevole e assorta melodia dell’Andante centrale dalla quale si ritorna – senza nessun invidia per la sonorità di una piena compagine orchestrale – all’esplosione vitale del trascinante Presto conclusivo. Sicuramente sarà per gli strumentisti, una folle journée questa, che schizzeranno in quintetto, attraverso l’ouverture delle Nozze di Figaro, amatissima pagina mozartiana, caratterizzata da quel misto tra attesa e rivelazione: quel cinismo adottato come antidoto alla paura d’amare, nel quale risiede il segreto della modernità mozartiana. Quintetto con pianoforte, al quale siederà Marco De Gennaro, per Memorias di Pedro Iturralde e i ricordi del sassofonista spagnolo per i colori del Maghreb e della vicina Lisbona, in cui gli stilemi jazzistici sposano quelli non lontanissimi del fado. Jessica Pisacane al soprano ben amalgamerà il suo suono a quello della fisarmonica di Carmine Mandia e al pianoforte di Grazia Petrosino per il piazzolliano Adios Nonino, brano che ha un mistero speciale, la melodia, e in contrasto con essa la parte ritmica, il cambio di tonalità e poi il finale glorioso con uno scioglimento triste, diverso da tutto. Due i love theme firmati da Ennio Morricone che dedicheranno i De Gennaro Senior e jr. al pubblico di Vallo, La leggenda del pianista sull’Oceano e la sound track di Nuovo Cinema Paradiso. E’, invece, del 1972 Spain, brano che Chick Corea scrisse sulla falsariga dell’Adagio del Concierto De Aranjuez di Joaquin Rodrigo e che ascolteremo in quintetto riproporrà sia le sonorità di un’intera jazz-band, sia quelle della sezione omogenea di una big-band. Una nostalgica ballad “Danila for you” di Vittoriano Di Grazia porrà in luce il suono del sax alto di Lauro De Gennaro, sostenuto dagli essenziali accordi del pianoforte di Grazia Petrosino, prima di ri-tuffarci nel melò rioplatense di Libertango per quintetto con pianoforte e chiudere tutti sulle note di Be Bop di Dizzy Gillespie, un brano in tempo stratosferico poiché dopo “It don’t mean a thing, if ain’t got a Swing” lo standard ellingtoniano che dette il nome alla fulgida era delle big band, con il be bop il bianco non avrebbe dovuto capire più nulla, questa la rivoluzione del Black power, con la quinta diminuita marchio di fabbrica della nuova era Be-bop.