di Andrea Pellegrino
«Si inoltra l’allegato programma dell’Assemblea Nazionale Mezzogiorno su richiesta del Responsabile per l’informazione del Presidente, dr. Mario De Rosa». L’email è arrivata l’11 novembre ad ogni dipendente della Regione Campania. Nulla di strano. Anzi, un’opera di informazione eccellente se non fosse che l’assemblea nazionale del Mezzogiorno, alla presenza del premier Renzi, si è trasformata in una propaganda referendaria per il sì. Dopo la polemica sui fondi regionali stanziati per la due giorni, con una apposita variazione di bilancio che iscriveva su un nuovo capitolo 500mila euro, a creare nuovo imbarazzo è l’email. Ma questa volta non tanto per il metodo utilizzato, quanto per l’evolversi della situazione sul palco della mostra d’oltremare. Da Palazzo Santa Lucia è calato il silenzio. Nonostante le dure accuse avanzate dal gruppo del Movimento 5 Stelle e dallo stesso primo cittadino di Napoli, Luigi de Magistris. Ma contrariamente all’immediata replica a Cantone sugli appalti pubblici, sulla vicenda fondi De Luca ha preferito la strada del silenzio. Ed intanto il Movimento 5 Stelle ha già pronto il suo dossier ed attende che Agcom e Prefettura intervengano quanto prima. Al centro c’è la violazione della par condicio ed il divieto, in queste ultime settimane di campagna referendaria, di iniziative istituzionali che possano condizionare il voto. Insomma, proprio come quella che si è tenuta l’ultimo weekend a Napoli. Sul caso è intervenuto anche Roberto Fico, deputato del Movimento 5 Stelle e presidente della commissione di vigilanza Rai: «Lo scorso fine settimana Renzi era a Napoli, insieme a De Luca, all’Assemblea sul Mezzogiorno, un evento istituzionale organizzato dal governo e dalla Regione Campania, pagato dai cittadini campani, 500mila euro messi a disposizione. E cosa succede all’Assemblea sul Mezzogiorno? Succede che De Luca viola la legge parlando di un grande programma di sviluppo per il sud che prevede l’assunzione di giovani, e il giorno dopo Renzi afferma che per questo progetto occorre la vittoria del Sì al referendum. I nostri portavoce regionali hanno presentato un esposto specifico nei confronti di De Luca. Appuntamenti istituzionali, pagati dai cittadini, per fare comizi. Un comportamento che fa il paio con l’invio delle lettere firmate dal premier ai cittadini all’estero per convincerli a votare Sì. Renzi e De Luca sono la stessa cosa – attacca l’esponente m5s – disprezzano le regole e non hanno rispetto delle istituzioni pubbliche, che provano a piegare ai propri interessi. La verità è che al di fuori dell’esercizio del potere per questi personaggi non c’è nulla, non c’è futuro». Ma la corsa referendaria di Vincenzo De Luca e di tutto l’apparato prosegue spedita. Anche a Salerno il sindaco Napoli ha convocato un vertice di maggioranza sul referendum. Alle ore 17,30 di oggi i consiglieri comunali sono stati invitati da Enzo Napoli a prendere parte all’incontro al Comune. A quanto pare il pranzo non è bastato ed il primo cittadino vuol ritornare all’attacco. A conti fatti, ad eccezione di qualche malpacista, i no schierati all’interno della maggioranza sono quelli di Pietro Stasi e di Leonardo Gallo, entrambi espressione dei Moderati. Dovrebbe votare no anche l’assessore comunale Gaetana Falcone che proviene da una esperienza di destra. Napoli, dunque, vuole il plebiscito così da servirlo direttamente a Vincenzo De Luca.