di Andrea Pellegrino
«Garantire operatività e condizioni di legittimità, legalità e trasparenza della Fondazione Ravello». Secondo Amalfitano, estromesso segretario generale della Fondazione targata De Masi, lancia un suo articolato appello al governatore Vincenzo De Luca. Accuse gravi quelle che l’ex sindaco di Ravello ed ex segretario generale della Fondazione lancia nei confronti della gestione dell’Ente regionale e al rinnovato consiglio d’amministrazione. A partire da alcune nomine, alla base delle quali mancherebbe la sussistenza dei profili di incompatibilità. «Ad oggi il professore Mario Rusciano risultata incaricato dalla Fondazione per l’affidamento e per il supporto agli organi, quale giurista, per la definizione dell’affidamento alla Fondazione Ravello della gestione di Villa Rufolo, Villa Episcopio e dell’Auditorium». Ancora, denuncia Amalfitano, «la dottoressa Paola Mansi, nominata consigliere di amministrazione della Fondazione risulta titolare di un regolare contratto quale professionista incarica e retribuita per il controllo amministrativo degli atti relativi al progetto finanziato da Arcus Spa e gestito dalla Fondazione Ravello». Quanto alla situazione bancaria della Fondazione e le gravi ripercussioni sul suo funzionamento e sulle realizzazioni in corso, Amalfitano sottolinea che «oltre alla esposizione bancaria per impegni contrattuali già assunti ed in scadenza verso terzi, che non trovano copertura di cassa, né di affidamento ulteriore da parte degli istituti di credito, pure a suo tempo già compulsati dal commissario straordinario Naddeo, è di particolare gravità quanto avvenuto con la Banca Bper, presso la quale è stato aperto un conto dedicato per la gestione del progetto di ristrutturazione di Villa Rufolo, finanziato dalla Regione Campania con i fondi noti come “Accelerazione della spesa”. Orbene, già in passato, come ben noti al Presidente e al consiglio di amministrazione, le Bper aveva rappresentato un “disagio operativo” legato alla mancata regolarizzazione degli atti collegati al cambiamento della legale rappresentanza della Fondazione e alle “notizie di stampa”. Tale disagio si è tradotto in una paventata sospensione dei pagamenti, alla quale il segretario generale ha dovuto contrapporre una ferma diffida per evitare che un ritardato pagamento, sia pure di pochi giorni, producesse danni gravi ed irreparabili alle imprese appaltatrici e a una di esse in particolare, che aveva rappresentato una situazione di gravissima e pericolosissima crisi finanziaria. Dette imprese hanno la sola colpa di portare celermente e correttamente avanti lavori per milioni di euro in totale anticipazione economica, con ritardi pagamenti della stazione appaltante in difetto dei finanziamenti regionali. La mancata presa di coscienza e la conseguente mancanza di determinazione degli Organi coinvolti, in uno alla deriva mediatica, minacciano di travolgere, non il segretario generale, come pure appare si voglia, ma l’intera Fondazione». Intanto si è tenuto lunedì scorso il vertice a Palazzo Santa Lucia che ha definito il nuovo assetto. Per la segreteria generale il presidente Domenico De Masi ha proposto la candidatura di Giancarlo Di Paola, suo uomo di fiducia (colui che mise in piedi la scuola di management culturale). Il consiglio, all’unanimità ha deciso di soprassedere, anche sulla nomina del nuovo direttore di Villa Rufolo (il nome dell’architetto Raffaele Cioffi è sempre in pole), affidando a Di Paola un ruolo propedeutico alla segreteria, cioè di consulente generale che cominci a mettere mano sui conti e a curare i rapporti con i soci fondatori oltre che con gli organi di stampa. Almeno fino a quando Amalfitano non lasci definitivamente il suo posto. Intanto, oltre alle due raccomandate, l’ennesima Pec è stata trasmessa per comunicargli la fine anticipata del suo rapporto lavorativo. Ma la vicenda ora rischia di finire nelle aule di tribunale.