l Parco del Seminario, polmone verde e punto panoramico di straordinaria bellezza situato nella zona alta del quartiere Carmine a Salerno, è purtroppo da tempo la fotografia di un degrado profondo e persistente. Nonostante la sua posizione privilegiata e le sue peculiarità architettoniche, che lo rendono unico nel panorama delle aree verdi cittadine, l’intera struttura versa in uno stato di totale abbandono, che richiede un intervento di riqualificazione stimato in circa 2 milioni di euro. Una cifra ingente, ma necessaria per restituire dignità e sicurezza a uno spazio che i residenti considerano vitale. La situazione più critica si riscontra in particolare nel livello superiore del parco, ma i problemi si estendono a macchia d’olio, compromettendo le condizioni minime di sicurezza per i frequentatori. Passeggiare in quello che dovrebbe essere un rifugio di tranquillità è oggi un’attività ad alto rischio: le giostrine per i bambini sono inutilizzabili e pericolose, intere aree sono state interdette al pubblico con evidenti cartelli che ne sconsigliano l’accesso, e le staccionate, in molti punti danneggiate, non offrono più la protezione necessaria, specialmente considerando lo sviluppo su più livelli dell’area. A completare il quadro, la pavimentazione, per ampi tratti sconnessa, si presenta come un serio pericolo di inciampo, rendendo la semplice passeggiata un azzardo. È un vero peccato assistere a questo lento declino, poiché il Parco del Seminario possiede delle caratteristiche distintive che lo differenziano da altri spazi verdi di Salerno. La sua peculiare conformazione, che si sviluppa su più terrazzamenti, non solo lo rende suggestivo dal punto di vista paesaggistico, ma offre anche la rara opportunità di trascorrere qualche ora immersi nel verde con una spettacolare vista sul mare e sul Golfo di Salerno. Proprio questa sua unicità ha reso il parco un luogo particolarmente caro e frequentato dai residenti della zona, i quali, per anni, hanno provato incessantemente a sollecitare l’amministrazione comunale affinché intervenisse. Nonostante le ripetute richieste e il malcontento crescente, in questi anni le promesse di intervento sono rimaste lettera morta, e la situazione di degrado ha continuato a peggiorare. Di fronte a questa inerzia, i residenti non si sono arresi al dispiacere e alla frustrazione. Hanno scelto di passare all’azione, dimostrando un encomiabile spirito civico e proattivo. L’iniziativa più concreta è venuta dalla comunità stessa, che ha incaricato un ingegnere di elaborare un progetto di riqualificazione dettagliato. Questa bozza, frutto della volontà dei cittadini di vedere rinascere il proprio parco, è stata successivamente offerta all’amministrazione comunale. Sembra che la proposta sia stata accolta e presa in considerazione a Palazzo di Città, rappresentando un primo, seppur cauto, segnale di attenzione da parte dell’ente pubblico. Tuttavia, il futuro dell’intervento rimane avvolto nell’incertezza. Al momento, non si conoscono né i tempi di attuazione né le modalità precise con cui si intende procedere. La grande domanda riguarda il reperimento dei 2 milioni di euro necessari per la riqualificazione. Due sono le strade percorribili, come suggerito dalle prime interlocuzioni: attingere direttamente dai fondi comunali, impegnando risorse proprie dell’ente, oppure fare affidamento su risorse regionali più ampie. In quest’ultimo caso, l’ipotesi più accreditata riguarda il reperimento dei fondi nell’ambito del programma PRIUS (Programma di Rigenerazione Integrata Urbana Sostenibile), un canale specificamente pensato per il recupero e la riqualificazione di aree urbane in chiave di sostenibilità e integrazione. L’abbandono del Parco del Seminario non è solo una questione estetica o di decoro urbano; è un problema di sicurezza pubblica e di sottrazione di uno spazio vitale alla comunità, in particolare ai bambini. La pressione dei residenti e l’esistenza di un progetto già pronto e consegnato dovrebbero accelerare l’iter decisionale dell’amministrazione. La speranza è che il progetto, nato dalla passione e dalla determinazione dei cittadini, non resti l’ennesima bozza in un cassetto e che l’amministrazione riesca a individuare rapidamente la fonte di finanziamento più efficace, sia essa comunale o regionale tramite i fondi Prius. I 2 milioni di euro non sono semplicemente il costo di una ristrutturazione, ma l’investimento necessario per trasformare un simbolo di degrado in un rinnovato punto di riferimento per la socialità, il tempo libero e la fruizione di uno dei panorami più belli che la città di Salerno possa offrire. La città attende di vedere se l’appello dei suoi residenti verrà finalmente trasformato in azione concreta.





